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23 Febbraio 2025
19:00

Adolescenti accecano piccione con spilli. L’educatrice: “La mente di gruppo condiziona il singolo”

Un piccione è arrivato al rifugio Enpa per animali di Monza in gravissime condizioni: era stato torturato e accecato con l'ausilio di alcuni spilli. Secondo l'educatrice e presidente dell'associazione Link Italia Francesca Sorcinelli non è un caso che i sospettati, secondo alcuni testimoni, siano degli adolescenti: "La mente di gruppo condiziona il singolo, con risultati che di frequente è possibile osservare in foto e video condivisi sui social".

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Un piccione è arrivato al rifugio Enpa per animali di Monza in gravissime condizioni: era stato torturato e accecato. L'animale è stato portato da due agenti della Polizia Locale di Cornate d’Adda. Alcuni testimoni che hanno assistito alle sevizie hanno riferito che un gruppo di adolescenti avrebbero torturato il povero volatile infilandogli spilli negli occhi.

Secondo l'educatrice Francesca Sorcinelli, presidente dell'associazione Link Italia, non è un caso che i protagonisti di questo tipo di violenza siano più minorenni insieme.

Cosa è accaduto al piccione accecato con gli spilli

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Il fatto è avvenuto in un quartiere popolare del Comune di Cornate d’Adda, in provincia di Monza e Brianza. Le dinamiche devono essere ancora accertate, ma secondo alcuni testimoni a ferire l'animale utilizzando degli spilli sarebbero stati alcuni adolescenti.

Le condizioni dell'animale, affidato alle cure dei veterinari del rifugio sono precarie: un occhio è sicuramente perso, mentre ci sono possibilità che il secondo si salvi. Dopo i primi soccorsi il volatile attualmente si trova in stallo da una volontaria Enpa esperta di animali selvatici.

Sulla vicenda sono in corso indagini da parte della Polizia Locale di Cornate d'Adda mentre il nucleo Guardie Zoofile di ENPA Monza e Brianza ha preannunciato una denuncia contro ignoti per maltrattamento contro animali.

Se le indagini dovessero confermare il coinvolgimento di minorenni si aprirebbe una pagina molto pericolosa della violenza giovanile in Italia: questo potrebbe essere il segno di una possibile escalation che riguarda tutti, anche le persone.

"La violenza sugli animali è indicatore di pericolosità sociale"

La violenza verso gli animali è noto per essere un indicatore di pericolosità sociale. Sebbene i dati dell’Arma dei Carabinieri segnalino un lieve calo dei reati contro gli animali nel 2024, 3.940 casi contro i 4.318 del 2023 e i 4.697 del 2022, negli anni è emerso un quadro preoccupante se si analizza la gravità degli atti commessi.

Gli animali rappresentano una categoria particolarmente esposta e non protetta, e come tale più suscettibile a essere vittima indifesa di violenza. Questi atti, soprattutto tra i giovanissimi, sono il primo campanello d'allarme di una tendenza che se non viene contenuta rischia di andare verso una escalation, come conferma Francesca Sorcinelli, presidente di Link Italia, associazione di promozione sociale che cerca di diffondere la consapevolezza circa la stretta correlazione tra pericolosità sociale e maltrattamento animale.

"Purtroppo i giovanissimi sono molto spesso al centro di aggressioni ai danni di animali – conferma Sorcinelli – Non è un caso che questi episodi vedano coinvolti più ragazzi: la mente di gruppo condiziona il singolo, con risultati che di frequente è possibile osservare in foto e video condivisi sui social".

I giovani in questi contesti vanno seguiti anche perché potrebbero non essere solo carnefici, ma prima di tutto vittime: "Il maltrattamento e l'uccisione di animali devono essere interpretati come specchio di una situazione ambientale patogena, anche ad ampio spettro: abuso sessuale o fisico che può stare subendo il minore. Talvolta si tratta di incuria parentale: minori abbandonati a loro stessi in un territorio in cui mancano i presidi educativi".

L’ufficio legale dell’Enpa negli anni ha registrato un significativo aumento delle richieste di riconoscimento della pericolosità sociale, passate dal 5% del 2023 al 19,5% nel 2024. "Questo dato – hanno affermato gli attivisti – evidenzia come i maltrattamenti sugli animali non siano atti isolati, ma indicatori di una violenza sempre più crudele, che coinvolge spesso i minorenni, responsabili, in basi alle denunce presentate dalla Protezione Animali, del 5% dei reati segnalati, e che colpisce in prevalenza cani (44,83%) e gatti (20,69%)".

Nell’epoca dei social, c’è anche da segnalare quella che è diventata quasi una moda: molti ragazzi, spesso minori, non solo si divertono a torturare poveri animali ma arrivano anche a filmarli.

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