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Un grande acquario con pesci colorati è considerato da molti come un elemento di arredo e di design, e pochi si soffermano a pensare alle condizioni di vita degli animali che si trovano al suo interno. Dietro quella vasca illuminata e decorata con piante e rocce si cela una realtà tutt'altro che serena: gli acquari sono ambienti artificiali in cui i pesci vengono confinati in spazi ridotti, privati della possibilità di vivere secondo le loro necessità naturali.
Un acquario casalingo si compone di una vasca in vetro o plastica riempita d’acqua, spesso filtrata e riscaldata per mantenere condizioni adeguate ai pesci che vi abitano. Al suo interno vengono aggiunti elementi decorativi, come ghiaia, piante vere o artificiali, rocce e nascondigli per ricreare un ambiente esteticamente il più possibile simile a quello naturale.
I pesci, che possono essere di acqua dolce o salata, vengono inseriti in questo spazio controllato, dove sono le persone a gestire l'alimentazione e la qualità dell'acqua. Per quanto un acquario possa essere curato, resta comunque una prigione.
Acquario in casa, perché non tenerlo

Dal punto di vista etico, avere un acquario in casa significa privare esseri viventi della loro libertà e costringerli a vivere in un ambiente estremamente limitato rispetto a quello a cui sarebbero destinati in natura.
I pesci sono spesso percepiti come animali meno complessi rispetto ai mammiferi o agli uccelli, e per questo la loro sofferenza viene spesso ignorata. Anche se lo ignoriamo, i pesci rossi, i più comuni negli acquari casalinghi, sono animali gregari e sociali, dotati di capacità cognitive: sono in grado di apprendere comportamenti complessi e anche di riconoscere i volti gli esseri umani.
In natura, un pesce ha a disposizione vaste distese d’acqua in cui nuotare, rifugiarsi, e interagire con altri membri della sua specie. In un acquario, queste possibilità sono drasticamente ridotte: gli spazi sono ristretti, la convivenza con altre specie è forzata e il contatto con l’ambiente esterno è limitato alla visione attraverso le pareti trasparenti della vasca. Anche il miglior acquario, con filtri e impianti sofisticati, non può ricreare le condizioni di un fiume, di un lago o di un oceano.
I pericoli di un acquario in casa

Avere un acquario in casa comporta anche dei rischi concreti sia per gli animali che per le persone. Per i pesci, il pericolo principale è legato alla qualità dell’acqua. Un piccolo errore nella gestione del filtro, nella temperatura o nella composizione chimica può essere fatale. Ad esempio, l'accumulo di sostanze tossiche come l’ammoniaca o i nitriti, spesso difficile da rilevare a occhio nudo, può provocare sofferenza e morte improvvisa. Anche lo stress causato da un ambiente inadeguato, da una convivenza forzata, o dalla mancanza di nascondigli può avere conseguenze gravi.
L'esempio è dato dai pesci combattenti, molto apprezzati per la loro estetica, vittime di morti inutili. Come si intuisce dal nome è sempre sconsigliato farli vivere in acquario con altre specie territoriali, o anche solo con altri maschi della stessa specie, eppure non sono rari i casi di persone inesperte o disinteressate che nel tentativo di far convivere più pesci combattenti ne causano la morte.

I rischi però non riguardano solo i pesci, anche chi vive in una casa dove c'è un acquario può essere esposto a rischi. Si tratta infatti di una struttura fragile, che può rompersi accidentalmente causando danni seri, soprattutto se sono coinvolti i più piccoli.
Un colpo involontario o un malfunzionamento possono portare a perdite d’acqua che rischiano di danneggiare pavimenti e mobili, oltre a mettere in pericolo l’incolumità dei pesci stessi. Spesso si pensa che basti allestire una bella vasca e dare da mangiare ai pesci per garantirne il benessere, ma la realtà è molto più complessa. Privare un essere vivente della sua libertà per un piacere puramente estetico è una decisione che dovrebbe essere messa in discussione, soprattutto in un’epoca in cui la sensibilità verso gli animali sta crescendo sempre di più.