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26 Ottobre 2024
13:00

A noi piace toccare gli animali, ma quanto piace a loro? Ce lo dicono i maiali

L'interazione positiva con un essere umano è gradita ai suini e uno studio dell'Università di Medicina veterinaria di Vienna svela l'aspetto emotivo e cognitivo di animali come questi che vivono in condizioni in cui il benessere psicofisico è ancora poco valutato.

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Intelligenti, sensibili, intuitivi, sociali e desiderosi di interazione con l'umano soprattutto se lasciati liberi di scegliere. Ma anche di fronte a una manipolazione gentile imposta, i maiali non si tirano indietro nel volere un contatto con noi.

Il mondo della scienza si interroga da tempo sulla relazione tra gli esseri umani e le altre specie viventi e questa volta, in uno studio condotto nel Centro per la nutrizione e il benessere degli animali dell'Università di Medicina veterinaria di Vienna, è stato indagato un aspetto a cui non si dà alcuna importanza, considerando che questi animali sono noti, fondamentalmente, solo per finire nei nostri piatti. Quanto piace ai maiali, nello specifico, entrare in contatto con gli esseri umani?

Lo studio sul contatto tattile gentile sui suini

Lo studio, pubblicato su Scientific Report, è intitolato: "Alle tue condizioni o alle mie: la risposta dei maiali al contatto tattile gentile imposto rispetto all'interazione libera con un essere umano familiare". I ricercatori hanno voluto valutare proprio il lato comportamentale dei suini nell'approccio con la nostra specie, considerando che c'è molta conoscenza e attenzione al lato umano delle interazioni positive con gli animali che «possono essere intrinsecamente gratificanti» per noi ma la risposta di questi ultimi è ancora «trascurata».

Negli ultimi anni, però, gli esperti sottolineano anche che «si è assistito a un cambiamento di paradigma nelle opinioni sul benessere degli animali, con una spinta verso una maggiore enfasi sul loro stato» e che per questo hanno voluto focalizzarsi su una specie in particolare, appunto i maiali, per mettere in evidenza il loro lato comportamentale (emozioni in primis) con la finalità di valutare nuove strategie per il loro benessere.

«I maiali occupano un posto unico nella nostra società, in quanto sono comunemente tenuti come animali da allevamento, da laboratorio o da compagnia – scrivono i ricercatori viennesi – Sono altamente sociali con i conspecifici e gli esseri umani». Partendo dunque da questa importante osservazione, gli esperti hanno confrontato due tipi di interazioni tattili delicate. Una è stata definita a "forma libera" ovvero  «caratterizzata da un'interazione non strutturata in cui al maiale è consentito di avvicinarsi e interagire volontariamente e l'uomo è reattivo alle sollecitazioni del maiale», e l'altra a "contatto imposto" cioè «caratterizzata da un'interazione strutturata in cui l'uomo impone il contatto al maiale ed è irresponsivo alle sollecitazioni del maiale».

Come hanno risposto gli animali: coinvolgimento e vocalizzazioni

La risposta degli animali è stata sempre quella di non tirarsi indietro rispetto al contatto ma hanno mostrato maggiore piacere quando sono stati appunto liberi di scegliere quando e come interagire con l'essere umano. I maiali hanno dimostrato il coinvolgimento con l'avvicinamento, il desiderio di un contatto attivo, vocalizzazioni differenti a seconda se sceglievano loro di approcciare o meno e un tipo di scodinzolio che è una modalità per comunicare quello che viene definito come un comportamento di «affetto positivo».

«La durata del contatto da parte del maiale era significativamente più alta con una durata maggiore del contatto da parte dell'uomo, mentre i maiali trascorrevano significativamente più tempo immobili e significativamente più tempo con la coda arricciata con una durata più breve se il contatto avveniva da parte dell'uomo».

I risultati raggiunti hanno fatto sì che si sia riusciti a dare valore all'importanza dell'interazione anche dal lato dell'animale e l'auspicio dei ricercatori è che le indicazioni emerse possano essere considerate per migliorare la qualità della vita di diversi animali in situazioni in cui poco si bada, appunto, al loro benessere psicofisico.

Questo studio, concludono infatti «può anche essere utilizzato come strategia di arricchimento in contesti zoologici e di laboratorio per i suoi effetti ansiolitici e la capacità di suscitare cambiamenti comportamentali positivi.  Ad esempio, i contatti umani positivi possono ridurre l'incidenza di comportamenti anomali come il morso della coda nei maiali, aumentare la cura e ridurre i comportamenti orali anomali tra gli scimpanzé e diminuire la frequenza cardiaca nelle mucche, indicando un effetto di rilassamento».

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