Il 48enne romano Gianluca Di Gioia è morto domenica 29 dicembre in seguito all'attacco di uno squalo a Marsa Alam, località sul mar Rosso, in Egitto. Nel tentativo di salvarlo è rimasto ferito un altro turista italiano, Peppino Fappani, 69enne della provincia di Cremona, ora ricoverato all'ospedale di Porto Ghalib in condizioni non gravi.
Secondo quanto ricostruito ad ora dal Ministero dell'Ambiente egiziano, l’attacco è avvenuto la mattina mentre i due facevano snorkeling a circa 50 metri dal pontile «in acque profonde al di fuori dell'area di balneazione». La Procura di Qusair ha aperto un'inchiesta per chiarire le circostanze dell'incidente e il tratto di mare è stato chiuso al pubblico.
Il protagonista dell'attacco potrebbe essere uno squalo tigre (Galeocerdo cuvier), specie presente nelle acque del Mar Rosso che nella stessa zona era stato protagonista di un attacco mortale a un giovane turista russo nell'estate del 2023.
Nonostante la rarità di questi episodi, gli quali possono arrivare ad attaccare e uccidere l'uomo in alcuni casi. Lo spiega a Kodami l'ittiologo Francesco Tiralongo, ricercatore dell'Università di Catania: «Le specie di squalo più spesso coinvolte in attacchi all'uomo come lo squalo tigre, il leuca, lo squalo bianco, sono grossi predatori e come tali in determinate circostanze possono considerare l'uomo come una preda».
Chi è lo squalo che ha attaccato i due italiani in Egitto: potrebbe trattarsi di uno squalo tigre
Al momento, il principale indiziato per l'attacco è lo squalo tigre. L'episodio precedente, che era avvenuto sempre in Egitto e nella stessa località, era stato causato da un esemplare di questa specie che aveva ucciso un giovane russo e attaccato due donne che facevano snorkeling.
Gli squali tigre possono raggiungere una lunghezza media compresa tra i 3,4 e i 4,3 metri, ma ci sono testimonianze anche di 7,4 metri. Gli squali bianco, tigre e toro sono considerati i "Big three" negli attacchi da parte di questa tipologia di animali perché si tratta di specie di grandi dimensioni in grado di infliggere gravi ferite alla vittima e si trovano comunemente in aree in cui gli esseri umani entrano in acqua. In particolare, il tigre si trova in tutte le acque temperate e tropicali del mondo, ad eccezione del Mar Mediterraneo e frequenta sia il mare aperto che le acque costiere poco profonde, come porti e aree costiere.
«Nelle acque del Mar Rosso ci sono certamente più squali rispetto alle acque mediterranee e anche più affollamento turistico, di conseguenza le probabilità di incontro aumentano. È una questione puramente statistica. Nonostante questo, gli attacchi sono estremamente rari», sottolinea l'esperto.
Secondo l'International Shark Attack File (Isaf), l'ente che si occupa di registrare i conflitti squalo-essere umano, gli attacchi sono poco frequenti: 69 all'anno in tutto il mondo. Per fare un paragone, basti pensare che nel 2023 sulle strade italiane si sono verificati 166.525 incidenti d'auto.
Nonostante la sua cattiva fama, sono molti di più gli squali uccisi da persone che viceversa. L'Unione internazionale per la conservazione della Natura (Iucn) classifica lo squalo tigre come "quasi a rischio" di estinzione in tutto il suo areale.
Quanto sono pericolosi gli squali per gli esseri umani?
«Se una persona cammina nel mezzo della savana e tra i leoni, prima o poi gli capiterà di essere assalito: lo stesso discorso vale anche per altri grandi predatori come sono gli squali», fa presente Tiralongo.
Nella maggior parte dei casi gli squali usano i morsi esplorativi, utili al predatore per testare con i denti se quella che ha davanti è una preda oppure no ma, considerando la potenza del morso e i denti affilati, le conseguenze di questa "ispezione" possono essere drammatiche. Una delle ipotesi più accreditate per spiegare gli incontri mortali sostiene che questi predatori scambino nuotatori e surfisti per altri animali.
In altri casi invece, come quello del russo nel 2023 o del turista italiano ucciso domenica, le circostanze sembrano però indicare un approccio chiaramente predatorio: «Un grosso squalo affamato può attaccare se ha fame».
L'ipotesi quindi che questo genere di attacchi sia frutto di uno "scambio di preda" e di un errore da parte dello squalo, sarebbe poco credibile secondo lo studioso: «Al contrario di quanto si credeva fino a qualche anno fa, gli squali potrebbero essere perfettamente in grado di distinguere una persona da una qualsiasi altra preda. Come si è visto, sanno riconoscere la differenza tra una foca di gomma e una vera, quindi sanno farlo anche con l'essere umano».
Perché lo squalo ha attaccato i turisti italiani in Egitto: le possibili cause
Lo squalo ha attaccato i due uomini a Marsa Alam, una località turistica molto frequentata proprio per la bellezza della fauna marina e della barriera corallina. Questa alta densità di persone e squali aumenta statisticamente le probabilità di un incontro e che si risolva in un conflitto.
Nel mondo il 13% degli attacchi si verificano verso persone che stanno facendo snorkeling o immersioni in apnea. Il motivo è la presenza di persone nell'habitat dello squalo ma anche nell'abitudine diffusa in alcune località turistiche di attirare pesci, e anche squali, con l'utilizzo di pasture di sangue e interiora in acqua.
«Usare delle esche per attirare le squali e per osservarli può scatenare la cosiddetta frenesia alimentare. In questi stati di eccitazione può scappare il morso all'uomo e anche qualcosa di più», sottolinea Tiralongo.
Anche se nel caso dei turisti italiani non è emersa questa specifica circostanza, l'abitudine di alcuni tour operator di usare pasture può abituare gli squali ad associare il cibo ai bagnanti, spingendoli così più vicini alla riva e ad attaccare.
Cosa fare in caso di attacco, l'esperto: «Colpire muso e occhi con forza»
In caso di attacco ci sono poche cose da fare contro un predatore come lo squalo, la più importante secondo l'esperto resta quindi la prevenzione: «Per evitare incontri incontri spiacevoli è necessario evitare di fare il bagno in ore crepuscolari, perché sono quelle in cui questi animali sono più attivi. Inoltre, è bene evitare zone che sono notoriamente conosciute per l'abbondante presenza di diverse specie di squali potenzialmente pericolose per l'uomo. Inoltre non si dovrebbe mai andare troppo lontano dalla costa e restare isolati, in acque dove è nota la presenza di questi predatori è prudente muoversi sempre con persone del posto che sanno quali sono le aree più sicure».
Nel caso di incontro e di possibile attacco invece ci sono delle aree da colpire per scoraggiare l'animale: «Il muso dello squalo, così come i suoi occhi, sono aree particolarmente sensibili. Quindi si possono dare forti pugni sul muso, oppure provare a ferirlo impedendogli la vista. In questi casi l'animale può essere infastidito al punto da convincersi a lasciar perdere la sua impresa».