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20 Dicembre 2024
14:06

Sicuro di conoscere il tuo cane? Uno studio dice che non riusciamo ad interpretare tutte le loro emozioni

Uno studio dell'Istituto di Biologia dell'Università di Leipzig e della Facoltà di Psicologia e della Scuola di Scienze Naturali dell'Università di Lincoln (Regno Unito) ha messo in luce che sopravvalutiamo la nostra capacità di identificare le emozioni dei cani, e ce ne sono alcune che siamo particolarmente incapaci a tradurre.

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"Gli manca solo la parola, ma non ne ha bisogno: capisco tutto ciò che mi vuole dire". Ti sei riconosciuto in questa affermazione? Tanti di noi che vivono con un cane pensano di saperlo "leggere" e di riuscire a interpretare la sua comunicazione. In realtà, è una idea che homo sapiens si è fatto nel corso del lungo tempo di convivenza, una vera e propria co evoluzione, passato con canis familiaris che addirittura ha portato quest'animale a essere tra i meno studiati dalla scienza fino a venti, trenta anni fa proprio perché la grande intimità aveva portato a credere di sapere tutto di questa specie, quasi come se non meritasse di essere approfondita dal punto di vista scientifico.

Le cose sono decisamente cambiate oggi, però, proprio grazie all'evoluzione della cinofilia da una parte, con approcci sempre più slegati e lontani dall'addestramento classico e dalla coercizione soprattutto, e la scienza da un'altra con studi che hanno finalmente attestato le capacità cognitive e approfondito le emozioni del cane. Abbiamo così scoperto il "mondo dei cani" dal punto di vista della loro interiorità e finalmente potuto conoscere gli aspetti di una comunicazione che è composta da tanti e sfaccettati messaggi che spesso mal interpretiamo e che sono determinati dalle emozioni che Fido prova.

A sottolinearlo è uno studio pubblicato su Applied Animal Behaviour Science in cui i ricercatori dell'Istituto di Biologia dell'Università di Leipzig (Germania) e della Facoltà di Psicologia e della Scuola di Scienze Naturali dell'Università di Lincoln (Regno Unito) hanno scoperto che sopravvalutiamo la nostra capacità di identificare le emozioni dei cani, e ce ne sono alcune che siamo particolarmente incapaci a tradurre.

Gli esperti sottolineano da subito che «la crescente popolarità dell'interazione uomo-cane nella nostra società richiede una comprensione più completa della capacità degli esseri umani di valutare gli stati affettivi dei cani, ma la maggior parte della ricerca si concentra solo sul riconoscimento delle espressioni facciali del cane delle emozioni primarie/di base. Mentre il volto è il canale dominante dell'espressione emotiva umana, anche gli indizi corporei sono indicatori informativi degli stati emotivi dell'animale».

Ciò che i ricercatori mettono subito nero su bianco è che la comunicazione canina passa attraverso diversi aspetti di cui non teniamo considerazione. I cani, infatti, si esprimono non solo attraverso l'abbaio ma anche con il linguaggio del corpo, posture specifiche che non notiamo e non, appunto, solo attraverso le mimiche facciali (che pure male interpretiamo nella maggioranza dei casi). Già solo pensando al movimento della coda, per fare un esempio, tanti credono che sia solo espressione di gioia. Non è così, decisamente e anzi: una coda dritta e mossa velocemente è espressione al contrario di quanto si creda di uno stato di tensione e nervosismo. E la comunicazione del cane è talmente raffinata che poi, volendo approfondire e per capire quanto sia difficile riconoscere davvero le intenzioni di Fido, bisognerebbe osservare anche da che lato scodinzola per comprendere ciò che sta effettivamente provando e, di conseguenza, esprimendo.

Lo studio è stato condotto su un panel di 447 partecipanti a cui sono stati mostrati 44 video in cui si vedevano cani che esprimevano la gamma delle emozioni primarie (rabbia, disgusto, paura, felicità, tristezza, sorpresa) e secondarie (pacificazione, frustrazione, dolore, anticipazione positiva, separazione-angoscia). A tutti poi è stato chiesto di indicare quale delle 11 emozioni il soggetto aveva sperimentato.

Le persone sono state capaci di identificare alcune espressioni ma di non riuscire del tutto ad associare le emozioni alla base del comportamento, quindi senza arrivare a comprendere davvero il senso della comunicazione canina. «I risultati hanno suggerito che gli esseri umani possono riconoscere molte emozioni canine a un livello superiore a quello casuale basandosi puramente sulla risposta visiva/comportamento del cane senza conoscere il fattore scatenante emotivo associato e il contesto precedente più ampio», ha infatti precisato Kun Guo, autore principale dello studio.

La difficoltà maggiore è stata quella di attribuire il significato del comportamento solo all'espressione del viso mentre è emerso che la maggioranza dei partecipanti è riuscita a tradurre correttamente quando era possibile vedere appunto l'intero linguaggio del corpo. Ma, in realtà, la difficoltà maggiore è stata attribuire davvero l'emozione effettivamente corrispondente sempre. Quelle che sono state più facilmente identificate sono state rabbia, anticipazione e sorpresa anche nel guardare solo l'espressione facciale ma c'è stato bisogno di osservare anche i segnali corporei per poter interpretare bene anche le manifestazioni di felicità, tristezza, dolore e paura.

In generale le emozioni più difficili da comprendere sono state paura e frustrazione e osservando la mimica facciale la prima è stata spesso confusa con la felicità.  E proprio quest'ultima emozione, o meglio la nostra capacità o meno di riconoscerla nel cane, è la cartina di tornasole per ammettere che ancora c'è da "studiare" per dirci dei professionisti della relazione con il nostro cane e con i suoi simili in generale. Prima di affrontare la sfida, infatti, i partecipanti erano stati sottoposti a un questionario in cui il 96% di loro aveva affermato di essere certi di riconoscere quando il loro amico a quattro zampe è felice. Dopo il test è emersa la realtà: solo il 63 percento è riuscito a dimostrarlo. Emozione opposta ma altrettanto importante nella relazione è che l'86 percento credeva di poter identificare la sofferenza sempre nella fase pre test e poi ciò che si è verificato è che solo il 23% ci è riuscito. Infine la paura è stata correttamente riconosciuta solo dal 16% dei partecipanti, contro quell'89% che aveva dichiarato di saperla vedere nel cane.   «Esistono chiaramente grandi discrepanze tra ciò che crediamo e ciò che davvero sappiamo in relazione alle emozioni del cane», concludono gli esperti.

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