Una nuova scoperta fossile arricchisce il puzzle dell'evoluzione dei mammiferi in Sud America: i paleontologi dell'Universidade Federal de Santa Maria (UFSM) hanno trovato e descritto una nuova specie di armadillo appartenente al genere Parutaetus. Rinvenuta nello stato del Paraná, in Brasile, è stata battezzata Parutaetus oliveirai ed è vissuta tra 42 e 39 milioni di anni fa, durante l'Eocene.
Lo studio è stato guidato da Tabata Klimeck dell'UFSM, insieme ai colleghi del Museo de La Plata, Argentina, e dell'Universidade Federal do Paraná.
Descritta sul Journal of Vertebrate Paleontology, P. oliveirai appartiene alla sottofamiglia Euphractinae, un gruppo di armadilli della famiglia Dasypodidae, noti per la loro ampia distribuzione geografica e stratigrafica, che va dal Sud America settentrionale fino alla Patagonia meridionale e persino al Nord America. I resti della nuova specie sono appena otto osteodermi fossili, ossia le placche ossee che formano la tipica corazza degli armadilli.
Sono stati scoperti nella Formazione Guabirotuba, una unità geologica situata nella Bacino Sedimentario di Curitiba, nel sud del Brasile, caratterizzata da depositi fluviali formati in un antico ambiente semi-arido. Gli osteodermi di questa nuova specie presentano caratteristiche uniche rispetto agli altri membri già noti del genere Parutaetus, tra cui le dimensioni e il mondo in cui si articolavano tra loro.
Inoltre, possedevano anche un numero maggiore di forami, ovvero i punti in cui si inserisco i peli. Questa caratteristica indica che la specie aveva una copertura di pelo sull'armatura molto più fitta degli altri armadilli. Secondo gli autori, queste caratteristiche potrebbero essere collegate al raffreddamento globale avvenuto in quel periodo, un evento che ha influenzato profondamente la fauna sudamericana, favorendo adattamenti climatici come l'aumento delle dimensioni corporee.
Questa scoperta arricchisce le conoscenze sulla biodiversità dei mammiferi del Paleogene in Brasile e in tutto il Sud America, un periodo ancora poco studiato. Inoltre, permette anche di comprendere meglio complesse dinamiche evolutive che hanno modellato le specie di armadilli in risposta ai cambiamenti climatici e ambientali, come i giganteschi gliptodonti che affascinarono anche Charles Darwin, svelandoci un passato ormai perduta che racconta l'evoluzione della vita sulla Terra.