La caccia commerciale alle balene sarà consentita in Islanda fino al 2029. Lo ha fatto sapere il premier uscente islandese Bjarni Benediktsson all'emittente televisiva locale Ruv. Poco prima del termine del suo mandato, il presidente ha rinnovato le licenze per consentire la caccia fino a un massimo di 209 balenottere comuni (Balaenoptera physalus) e 217 balenottere minori (Balaenoptera acutorostrata) ogni anno, per un totale di 2.130 cetacei uccisi in cinque anni.
«Non si tratta di una decisione politica, ma di una licenza commerciale», ha dichiarato Benediktsson per difendersi dall'accusa di aver preso una decisione che sarebbe spettata al governo guidato dai socialdemocratici, vincitori delle ultime elezioni.
Caccia alle balene prolungata: la decisione del governo
Avvisaglie circa l'orientamento del governo erano arrivate già nell'estate del 2023 quando è stata rinnovata la licenza per la caccia alle balene per l'azienda Hvalur, guidata dall'ormai ottantenne Kristján Loftsson, storico cacciatore di balene in Europa. La nuova licenza prevedeva l'uccisione di ben 128 balenottere comuni. Oggi, invece, il governo alza il tiro, le licenze consentiranno all'azienda Tjaldtangi di cacciare fino a 217 balenottere e a Hvalur di catturare 161 balenottere tra Groenlandia orientale e all'Islanda occidentale. Altri 48 animali potrebbero essere cacciati nella regione orientale tra l'Islanda e le Isole Faroe.
Secondo le stime del Wwf, oggi ci sono circa 100 mila balenottere comuni, e sebbene sia una specie protetta a livello internazionale fin dagli anni Ottanta, continuano le catture a scopo commerciale, guidate proprio dall'Islanda. La mossa del governo dei conservatori è arrivata con sorpresa proprio all'indomani della débâcle elettore. Un atto che le associazioni di tutela ambientale e animale avevano interpretato come una sfida, sollevando numerose polemiche.
La reazione degli animalisti: «Deplorevole passo indietro»
Sei organizzazioni animaliste hanno protestato e chiesto attraverso una lettera aperta inviata alla presidente islandese, Halla Tómasdóttir, di intervenire per fermare la decisione. Le ong, tra cui OceanCare, Whale and Dolphin Conservation, Orca, la Captain Paul Watson Foundation e l'Environmental Investigation Agency hanno espresso profonda preoccupazione per la questione, sottolineando la contrarietà della maggioranza dei cittadini islandesi alla pratica della caccia alle balene.
Mark Simmonds di OceanCare ha condannato duramente la mossa: «Questo è un deplorevole passo indietro. L’opinione pubblica islandese ora si oppone alla caccia alle balene e le revisioni ne hanno messo in luce la crudeltà intrinseca. Tuttavia, il governo dà priorità al profitto rispetto all’etica e alla conservazione. Questa decisione mina anni di progressi nella conservazione marina. Uniamoci per porre fine alla caccia alle balene e proteggere questi maestosi giganti dell'oceano».