Marzia Antonelli ha trentacinque anni e fa il lavoro che tanti veterinari come lei sognano: ogni giorno salva pinguini e delfini in difficoltà. Questo sogno è nato guardando il mare del Lazio, ma si è concretizzato molto più lontano: in Brasile, precisamente a Florianópolis, capitale dello Stato di Santa Catarina. Qui si trova la sede operativa di R3 Animal, associazione parte di un progetto di monitoraggio delle spiagge dell'Istituto dell'ambiente del Brasile.
Antonelli con R3 Animal fa proprio questo: monitora l'immensa costa brasiliana in cerca di animali in difficoltà da curare e riportare in mare. «Da bambina mi sono innamorata del mare di Ardea, la piccola cittadina del litorale di Roma dove sono cresciuta. È lì che sono rimasta incantata dai delfini per la prima volta e da dieci anni ormai ho la possibilità di lavorare con loro e altri animali ogni giorno».
L'accento tradisce la lunga permanenza della donna in Brasile, paese a cui è legata da una lunga storia familiare: «Mia madre è nata in Brasile, ma i suoi genitori erano italiani, così da grande è andata a studiare a Roma, dove ha conosciuto mio padre e dove poi sono nata io. In Italia ho trascorso l'infanzia, ma dopo la separazione dei miei ho seguito mia mamma in Brasile».
Qui si laurea in veterinaria, ma con la testa torna spesso al paese in cui è nata dove risiede la sua famiglia. Un luogo però, che non è riuscito a darle ciò che davvero cercava: «In Italia sono tornata per fare tirocini con l'Università di Bologna e con le associazioni impegnate nella tutela dell'ambiente e degli animali, ma è in Brasile che ho avuto davvero la possibilità di lavorare in questo settore».
Come funziona il monitoraggio degli animali marini in Brasile
Il Brasile conta ben 7.600 chilometri di costa, e in gran parte di essi sono attivi progetti di monitoraggio per la fauna e l'ambiente. Uno di essi è realizzato proprio dal governo brasiliano attraverso il Projeto de Monitoramento de Praias da Bacia de Santos (PMP-BS) che mira a valutare i possibili impatti delle attività di estrazione di petrolio e gas naturale su uccelli, tartarughe e mammiferi marini.
«Il litorale del Brasile è grandissimo e in quasi tutto è attivo il progetto di monitoraggio. Di conseguenza, qui ci sono più opportunità di lavorare per la riabilitazione di animali marini», spiega Antonelli.
Antonelli e i suoi colleghi percorrono ogni giorno decine di chilometri lungo le spiagge alla ricerca di animali in difficoltà. Nel caso di animali morti i corpi vengono esaminati per accertarne le cause, i feriti invece vengono portati in una delle 14 strutture individuate sul territorio, e tra queste c'è anche quella dell'associazione R3 Animal.
«Gli animali morti vengono portati qui al nostro centro per scoprire e studiare la causa morte. I vivi vengono "ricoverati" al centro di riabilitazione dove vengono sottoposti prima ed esami del sangue e radiografie, poi sottoposti alle cure, e infine quando stanno bene passiamo al rilascio in natura».
Il rilascio è la fase finale di un lungo lavoro che coinvolge un team multidisciplinare di professionisti, come tecnici, veterinari e biologi. Uno degli ultimi e più spettacolari ha avuto come protagonisti 14 pinguini rilasciati sulla spiaggia di Florianópolis.
I pinguini non vivono solo in Antartide, i pinguini di Magellano (Spheniscus magellanicus) lasciano le loro colonie riproduttive in Patagonia, Argentina, seguendo le correnti oceaniche alla ricerca di cibo in acque più calde, quando raggiungono le coste brasiliane, soprattutto le regioni del Sud e del Sud-Est. Durante la migrazione però gli individui più giovani possono perdersi, soprattutto a causa dell'inesperienza, e finiscono per arenarsi sulle spiagge esausti, annegati, malnutriti e in ipotermia. Gli interventi dell'uomo, come gli attrezzi da pesca e l'inquinamento marino, aggravano la situazione.
«Nella stagione migratoria 2024 sono già stati registrati 2.685 pinguini di Magellano, sia vivi che morti, al 24 ottobre. Di questi, solo 151 erano vivi al momento del salvataggio, con segni di annegamento e sfinimento», spiega Antonelli.
«Salvare le balene spiaggiate è un'esperienza indimenticabile»
I pinguini però non sono gli unici animali recuperati sulle spiagge, ci sono anche le balene, e poi i delfini, gli animali che sulla spiaggia di Ardea hanno convinto Marzia bambina a diventare veterinaria. «Sino ad oggi ho curato circa 250 delfini all'anno per dieci anni, per un totale di oltre 2 mila. Nel mio piccolo sento di avere un impatto positivo e di stare davvero cambiando le cose, soprattutto quando sono feriti per causa dell'essere umano».
Sono proprio i mammiferi marini come delfini e balene a richiedere le cure e le attenzioni maggiori: «Quando c'è una balena spiaggiata lavoriamo per ore in acqua, ed è davvero impressionante vedere tutta la sua sofferenza così da vicino. Quando poi riusciamo a salvarla e riportarla in acqua è davvero emozionante. Tra tutti salvataggi, quelle delle balene spiaggiate sono indimenticabili».