UN PROGETTO DI
23 Aprile 2025
18:38

Ferito, accudito e poi ucciso: uno scheletro racconta la storia complessa del rapporto tra umani e cani preistorici

In una grotta in Francia, è stato scoperto lo scheletro di un cane risalente a circa 16.000 anni fa: curato e accudito dagli umani, probabilmente è stato poi ucciso proprio da loro. Un ritrovamento che racconta l’inizio del lungo, ambiguo e complesso percorso della domesticazione del miglior amico dell'uomo.

Immagine
In Francia, è stato trovato uno scheletro di un cane vissuto circa 16.000 anni fa e che racconta del lungo e complesso rapporto tra umani e cani. Foto da Wikimedia Commons

All'interno di una grotta nel sud della Francia chiamata Baume Traucade, un gruppo di speleologi ha trovato uno scheletro quasi completo e straordinariamente ben conservato di un cane vissuto tra i 16.000 e i 15.300 anni fa. Non è un reperto banale, ma la testimonianza di un legame antico, profondo e, forse, non ancora del tutto alla pari. Gli esseri umani dell'Età della Pietra si prendevano cura dei loro animali "domestici", anche se molto probabilmente questo cane è stato ucciso da quegli stessi umani.

Un "cane paleolitico" protetto e accudito

Si tratta di una femmina adulta con un peso stimato intorno ai 26 kg e secondo gli autori dello studio pubblicato sulla rivista Quaternary Science Reviews l'animale apparteneva a quel gruppo che gli studiosi definiscono "cani paleolitici", forse una fase intermedia nella lunga e complessa domesticazione del cane dal lupo. Quello che però rende questo ritrovamento davvero unico non è solo l'integrità dello scheletro, ma le storie che ci racconta.

Storie che restano scritte sulle ossa, nei segni lasciati quando era in vita e quando invece è morta. Alcune vertebre risultano infatti rotte, ma guarite nel tempo. Fratture rimarginate che parlano di ferite gravi, ma anche di cura, perché un animale selvatico, sofferente in quel modo, non sarebbe sopravvissuto senza l'aiuto di qualcuno. È quindi possibile – e anzi molto probabile – che questi umani dell'Età della Pietra abbiano accudito quella femmina, l'abbiano nutrita, protetta. Che probabilmente le abbiano anche voluto bene.

Una storia complessa e sfaccettata

Ma non è tutto. Sulla scapola, ben visibili, ci sono due chiare ferite da perforazione. Lacerazioni nette, mortali, che non hanno avuto il tempo di rimarginarsi. Secondo le analisi effettuate dai ricercatori, quelle ferite ricordano le tracce lasciate da frecce o lance nei resti di animali selvatici cacciati dagli esseri umani nelle epoche successive. È possibile, quindi, che l'animale sia stato colpito deliberatamente, probabilmente proprio per essere ucciso.

Ed è qui che il racconto si fa quindi più complesso e sfaccettato. Da un lato, la compassione e la cura; dall'altro, la violenza, la possibilità che quel cane – pur accudito, forse amato – sia stato in fondo considerato ancora un animale utile, perciò sacrificabile. Non un membro a tutti gli effetti di una famiglia, come consideriamo oggi un cane, ma qualcosa a metà strada tra un alleato e, all'occorrenza, una risorsa. Questa ambiguità, però, non ci deve stupire.

Cani e umani, una storia lunga e tormentata

La domesticazione del cane – che secondo gli studi più recenti potrebbe risalire addirittura a quasi 30.000 anni fa – non è stata un processo lineare, netto o semplice. È iniziata probabilmente dalla convivenza occasionale durante le fasi più rigide dell'ultima glaciazione, quando umani e lupi hanno iniziato a condividere spazi, prede, fuochi e aiuto reciproco. I cuccioli più docili venivano magari raccolti, accuditi e tenuti nei pressi degli accampamenti, allevati dagli umani.

Alcuni di questi animali sono diventati poi gli antenati dei cani moderni, altri no. Ma tutti hanno comunque contribuito a scrivere una storia comune, un percorso di coevoluzione affrontato fianco a fianco e probabilmente spesso contraddittorio. Una storia che, come mostra lo scheletro di Baume Traucade, è stata di luci e ombre, di carezze e colpi, di convivenza e di necessità che la vita moderna a cambiato drasticamente. E che, forse proprio per questo, assomiglia così tanto a quella dell'essere umano.

Sfondo autopromo
Segui Kodami sui canali social
api url views