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17 Aprile 2025
8:08

Come salvare la scimmia più rara del mondo

Il gibbone di Hainan è la scimmia più rara al mondo, con appena 42 individui rimasti in tutto. Per salvarlo servono corridoi ecologici che connettano gli habitat e favoriscano la diversità genetica.

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In Cina, sull’isola di Hainan, restano appena una quarantina di gibboni. Foto da Wikimedia Commons

Al largo della Cina meridionale, sull'isola di Hainan, vive un primate a un passo dall'estinzione riconosciuto da tutti come la scimmia più rara del mondo: il gibbone di Hainan (Nomascus hainanus). E se tutti concordano sul fatto che non ci sia più molto tempo per salvare questa specie, il vero problema è come farlo nel modo più efficace possibile. I gibboni vivono solo in una minuscola porzione di foresta dell'isola di Hainan e che oggi conta appena 42 individui rimasti in tutto. Sì, proprio così: quarantadue, forse anche meno.

Spesso, quando parliamo di specie a rischio critico di estinzione, si tende a pensare che qualsiasi intervento sia buono. Ma non sempre è così. Anzi, agire senza basi e prospettive scientifiche solide può addirittura peggiorare la situazione. Ecco perché un nuovo studio pubblicato su Science Advances potrebbe rappresentare una possibile svolta: per la prima volta, sono state tracciate strategie di conservazione costruite a partire da dati sul campo, conoscenze storiche e osservazioni sul comportamento e sulla genetica della specie.

Il problema non è la qualità dell'habitat

Contrariamente a quanto si è creduto finora, non è la qualità dell'habitat attuale a rappresentare il limite maggiore per l'espansione di questi primati. Il gibbone di Hainan, infatti, si nutre di una dieta sorprendentemente ricca di energia, addirittura più calorica di quella dei suoi cugini tenuti in cattività, i gibboni dalle guance rosa (Nomascus gabriellae). Non solo: la composizione dei nutrienti consumati in natura è del tutto simile a quella osservata in altri primati sani tenuti in ambienti controllati.

Questi risultati indicano che l'habitat rimasto – per quanto sia frammentato e ridotto – è ancora in grado di sostenere il fabbisogno energetico e riproduttivo della specie. La foresta è quindi sufficientemente sana per nutrire gli ultimi gibboni di Hainan che, tuttavia, continuano a non crescere da un punto di vista numerico. Negli anni 50 del secolo scorso c'erano oltre 2.000 gibboni sull'isola. Oggi appena una quarantina. Il problema deve essere un altro.

Il vero nemico: la genetica

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Maschio (a sinistra) e femmina di gibbone guancerosa, la specie più simile e strettamente imparentata al gibbone di Hainan. Foto da Wikimedia Commons

Il vero tallone d'Achille del gibbone di Hainan è la scarsissima diversità genetica. Con solo una quarantina di individui rimasti, molti dei quali imparentati tra loro, la possibilità di incroci tra individui non consanguinei è drammaticamente bassa. E questo rappresenta un rischio altissimo: l'inbreeding, ovvero l'accoppiamento tra consanguinei, che può portare a problemi di fertilità, malattie genetiche e ulteriore riduzione della sopravvivenza a lungo termine.

Le barriere che separano i piccoli gruppi di gibboni limitano fortemente la possibilità di spostarsi, incontrare nuovi partner e rimescolare i geni. È un po' come vivere in un vicolo cieco dove ci si incontra sempre e solo con gli stessi volti. E per una specie sull'orlo dell'estinzione, cercare di aumentare il pi possibile la variabilità genetica, è uno degli aspetti più importanti per irrobustire e fortificare la popolazione. Ma come farlo?

La strategia giusta: più corridoi ecologici, più incontri

Gli autori propongono una strada molto precisa e concreta: non grandi piani di riforestazione che richiederebbero decenni, ma interventi rapidi per collegare gli habitat già esistenti. L'obiettivo è creare dei corridoi ecologici che permettano ai gibboni di muoversi, disperdersi, conoscersi e accoppiarsi più facilmente con individui di altri gruppi. Più interazione significa più possibilità di scelta, più diversità genetica, più speranza per la specie.

È un piano in teoria semplice, ma che potrebbe rappresentare l'ultima speranza per salvare la scimmia più rara del mondo. Tuttavia, non c'è molto tempo e potrebbe comunque non bastare. Il futuro del gibbone di Hainan rimane infatti appeso a un filo sottilissimo. Poche decine di individui rimasti potrebbero essere già ben oltre il limite della sopravvivenza della specie, ma finche ci saranno ancora gibboni sull'isola, è nostro dovere provare a salvarli.

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