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Nino oggi corre, saltella e bruca felice tra i prati in provincia di Alessandria. La sua storia a lieto fine, tuttavia, ci racconta qualcosa che purtroppo raramente un agnello riesce a ottenere: una seconda possibilità. Tutto comincia nel periodo di Pasqua dello scorso anno, durante un'ispezione di routine su uno dei tanti camion carichi di agnelli vivi in viaggio dall'Est Europa verso i macelli italiani. Quel giorno, tra centinaia di animali stipati in condizioni critiche, una veterinaria dell'AUSL Emilia-Romagna notò proprio Nino.
Era disidratato, malnutrito e talmente debole da non riuscire a reggersi sulle zampe. Lo dichiarò inadatto al proseguimento del viaggio verso il macello e, grazie all'intervento dell'associazione Essere Animali, è stato recuperato, salvato e portato d'urgenza in una clinica veterinaria a Forlì. Dopo settimane di cure, Nino è stato poi affidato a Claudia Mistretta, infermiera veterinaria che lo ha accolto nella sua fattoria, insieme a tante altre caprette, oche e galline e altri animali, dove vive tutt'ora.
Oggi è non è più un agnellino, ma un giovane attivo, socievole e molto affettuoso. Ama la compagnia e si muove con sicurezza tra i prati che ora può chiamare casa. Ma Nino rappresenta un'eccezione, non la regola. Il resto del carico su cui viaggiava ha continuato il suo tragitto verso il macello, come accade ogni anno per oltre 400.000 agnelli importati in Italia, in particolare nel periodo pasquale. Gli animali viaggiano anche per 30 ore consecutive, spesso in condizioni di sovraffollamento e senza adeguate pause, né acqua o tantomeno cibo.

Nel 2024, in Italia sono stati macellati circa 1,5 milioni di agnelli. Molti provengono da paesi come Romania, Ungheria, Spagna e Francia. Le criticità legate al loro trasporto – animali feriti, stipati uno sull'altro o talmente debilitati da richiedere l'abbattimento – sono purtroppo ben documentate e costanti, parte integrante del sistema degli allevamenti intensivi. E nonostante una crescente attenzione da parte dell'opinione pubblica, le istituzioni italiane ed europee non hanno ancora adottato misure concrete per migliorare le condizioni di questi animali.
Essere Animali ha lanciato una campagna che ha raccolto oltre 85.000 firme, chiedendo una riforma più profonda del regolamento europeo sul trasporto di animali vivi. La proposta attualmente in discussione, secondo l'associazione, non è sufficiente. Nino, con la sua storia, è diventato così un simbolo di ciò che potrebbe essere per tanti altri agnelli e animali: un sistema che tenga davvero conto del benessere animale come valore reale, non come eccezione.