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L'Italia è un vero e proprio paradiso per gli amanti dell'erpetofauna, ovvero il gruppo di animali che comprende rettili e anfibi. Il nostro Paese è infatti quello con la più alta biodiversità erpetologica in tutta Europa. E con ben 46 specie di anfibi circa (a seconda delle varie classificazioni di specie e sottospecie che cambiano spesso) rane, raganelle, rospi, tritoni e salamandre, animali quasi mitologici e ancora sospesi tra acqua e terra, non sono così difficili da osservare.
Tra fiumi, laghi, ruscelli, paludi e altre zone umide, questi animali trovano l'habitat perfetto per la loro sopravvivenza. E soprattutto in primavera, quando l'umidità aumenta e le temperature diventano più miti, non è così raro imbattersi in tritoni che nuotano in pozze temporanee, rospi che emergono dal fango per riprodursi, rane che cantano tra gli stagni e salamandre che si muovono lentamente tra i boschi. Vediamo quindi un po' più da vicino quali sono gli anfibi più comuni che vivono in Italia.
I tritoni

I tritoni sono anfibi molto simili a piccole lucertole acquatiche, o volendo a piccoli draghi. Appartengono all'ordine degli urodeli (insieme alle salamandre e ad altre specie dotate di coda) e, a differenza delle rane e dei rospi, mantengono la coda anche in età adulta. In Italia, tra le specie più comuni troviamo sicuramente il tritone crestato (Triturus carnifex), che deve il suo nome alla spettacolare cresta dorsale che i maschi sviluppano durante la stagione riproduttiva.
C'è poi il tritone alpino (Ichthyosaura alpestris), piccolo e robusto, con una caratteristica colorazione blu-grigiastra sul dorso e il ventre arancione brillante. Diffuso nelle zone montuose e collinari, può essere trovato in pozze d’acqua anche ad alta quota. Tra i meno conosciuti, c'è poi il tritone punteggiato (Lissotriton vulgaris), più piccolo e snello, e il tritone italiano o italico (Lissotriton italicus), una specie endemica della nostra penisola, diffusa esclusivamente nell'Italia centro meridionale.

Ancora meno conosciuti, ma tra gli anfibi più particolari, ci sono poi i cosiddetti geotritoni, un gruppo composto da diverse specie appartenenti al genere Speleomantes. Si chiamano così perché vivono all'interno delle caverne. Non hanno polmoni e sono uno dei più importanti patrimoni della biodiversità italiana. Vivono infatti quasi esclusivamente in Italia, con la Sardegna, che ospita cinque specie diverse, che è una vera e propria roccaforte per questi anfibi.
I rospi

Se i tritoni sembrano piccoli draghi, i rospi sono invece gli anfibi corazzati dei boschi e non solo, per via del loro corpo tozzo e la pelle verrucosa. Il più diffuso e famoso è il rospo comune (Bufo bufo), uno degli anfibi più grandi d'Italia, capace di raggiungere i 20 cm di lunghezza, con le femmine che sono molto più grandi dei maschi. Nonostante il suo aspetto un po' goffo e impacciato, è un eccellente predatore di insetti e lumache, e gioca un ruolo importante nel mantenere sotto controllo le popolazioni di questi animali.
Tra i rospi più affascinanti presenti in Italia, troviamo sicuramente l'ululone dal ventre giallo (Bombina variegata), un piccolo anuro con gli occhi a forma di cuoricino, dal dorso mimetico e color fango, ma dal ventre nero macchiato di giallo acceso. Il suo nome deriva dal richiamo che emette, simile a un ululato sommesso. In Appennino e i nessuna altra parte del mondo, vive anche l'ululone appenninico o ululone italiano, per alcuni una specie a parte, per altri sottospecie di B.variegata.

Ci sono poi i rospi smeraldini (genere Bufotes), presenti con diverse specie tutte molto simili tra loro in tutta la penisola e sulle isole. Il dorso di questi rospi, di colore bianco-grigiastro, presenta una bellissima livrea verde maculata, che lo rende un perfetto maestro del camuffamento. La specie più diffusa è Bufotes balearicus, che si è adattata alla perfezione anche a vivere in parchi e giardini urbani, a patto che ci siano fontane, vasche e stagni che gli consentono di riprodursi.
Le rane

A differenza dei rospi, le rane hanno una pelle liscia e umida e passano la maggior parte della loro vita (almeno la maggior parte delle specie) in acqua o nelle sue immediate vicinanza. Possono essere divise in due grandi gruppi, le cosiddette rane verdi e la rane rosse, un po' meno legate all'acqua. Tra le più comuni e diffuse in Italia troviamo proprio quelle verdi (Pelophylax sp.), un gruppo composto da diverse specie tutte molto simili tra loro, che popolano stagni, laghi, ma anche fontane e pozze di parchi, giardini e aree verdi urbani.
Tra le rane rosse, invece, le specie più comuni e diffuse sono la rana dalmatina (Rana dalmatina), conosciuta anche anche "rana agile" per la sua capacità di spostarsi rapidamente con lunghi balzi. Vive nei boschi umidi e nelle radure, spesso lontano dall'acqua. Così come la rana appenninica (Rana italica), che però è più diffusa dove ci sono ruscelli e torrenti montani con acqua a scorrimento veloce.

Per completare il quadro degli anuri, tra le specie più particolari spiccano sicuramente le raganelle. Queste rane arboricole, presenti con diverse specie tutte dalle abitudini simili, trascorrono gran parte del tempo attaccate ad alberi e tra le canne palustri, grazie alle zampe dotate dita a ventosa. La più diffusa è la raganella italiana (Hyla intermedia), un piccolo gioiello verde brillante che con il suo canto melodioso è un vera e propria colonna sonora delle notti primaverili di stagni, laghi e paludi.
Le salamandre

Se i tritoni sono gli urodeli più legati all'acqua, le salamandre, invece, preferiscono gli ambienti più nascosti e umidi del sottobosco e come i rospi tornano in acqua solo per riprodursi. Tra le più affascinanti e iconiche c'è la salamandra pezzata (Salamandra salamandra), dal corpo nero lucido punteggiato di macchie gialle. È la specie più grande e si muove prevalentemente di notte. I suoi colori appariscenti, dicono ai predatori "attento, sono velenosa": le sue ghiandole cutanee secernono tossine tossiche per i piccoli animali.
Oltre alla salamandra di Lanza (Salamandra lanzai) e quella alpina (Salamandra atra), tra le specie più interessanti ci sono sicuramente le piccole salamandrine dagli occhiali (Salamandrina perspicillata e S. terdigitata). Sono due endemismi tutti italiani, che non si trovano in nessun altro luogo nel mondo. Vengono chiamate così per il curioso disegno nero e bianco intorno agli occhi, che ricorda un paio di occhiali. Il ventre, invece, presenta macchie bianche e parti rosso brillante che le rendono inconfondibili.

Gli anfibi sono uno dei gruppi di vertebrati più antichi, veri e propri bioindicatori della salute dei nostri ecosistemi acquatici. Dove ci sono loro, significa che la natura ancora resiste all'inquinamento e alla cementificazione. La prossima volta che camminerete vicino a un fiume, una palude o a uno stagno dopo una leggera pioggia primaverile, osservate bene: nel fango e tra le pozzanghere potrebbe nascondersi alcuni di questi piccoli e straordinari pezzetti di biodiversità.