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19 Marzo 2025
14:22

Cosa devi sapere sulle corride “senza crudeltà” a Città del Messico: multe di oltre 15 mila euro per chi uccide i tori

Il congresso di Città del Messico ha vietato la crudeltà verso i tori durante le corride. La sindaca Brugada ha proposto la riforma che prevede multe severe fino a 15 mila euro per chi viola le nuove regole. Il testo è stato approvato il 18 marzo dal congresso cittadino.

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La Corrida per come la conosciamo ha le ore contate a Città del Messico. Il 18 marzo infatti il congresso della Capitale ha approvato una riforma che vieta qualsiasi atto di crudeltà sul toro prima, durante o dopo il combattimento.

Artefice della riforma è la sindaca di città del Messico, Clara Brugada, che in un lungo video messaggio ha dichiarato: "La crudeltà animale come spettacolo è vietata in questa città. Il nostro riconoscimento ai deputati del Congresso di Città del Messico, per aver ascoltato la voce di oltre l'85% della popolazione, per vietare le corride con violenza sugli animali. La nostra è una città amica degli animali che protegge e rispetta i diritti degli animali in quanto esseri senzienti".

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La sindaca di Città del Messico Clara Brugada a seguito dell’approvazione della riforma ha detto espressamente che "gli animali sono esseri senzienti"

Questo è solo l'ultimo passaggio di un lungo braccio di ferro tra l'amministrazione cittadina e l'industria che ruota intorno alla tauromachia. Più volte il governo di Città del Messico ha provato a sospendere le corride, con risultati sempre limitati nel tempo. Adesso, invece, con l'escamotage di "vietare la crudeltà", e non la manifestazione in sé, potrebbe limitare finalmente lo sfruttamento dei tori. Ma in cosa consiste davvero questa riforma?

Cosa prevede la riforma che "vieta la crudeltà" durante la corrida

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La riforma prevede espressamente la creazione di un nuovo modello di "corrida senza violenza"

Il 18 marzo il congresso di Città del Messico ha approvato con 61 voti favorevoli, 1 contrario e 0 astensioni, una proposta di legge per rendere la corrida uno spettacolo privo di crudeltà. Il testo mira a salvaguardare il benessere degli animali durante tutti gli eventi legati alla tauromachia, tra cui corride, corride a cavallo e festival, comprese le prove.

Sette sono gli aspetti chiave della riforma che prevede espressamente la creazione di un modello di "corrida senza violenza" che consente la prosecuzione delle attività nell'arena secondo regole nuove. tra queste c'è:

  • Divieto di uccidere il toro dentro e fuori l'arena;
  • Una volta terminato lo spettacolo gli animali verranno restituiti;
  • Tutela dell'integrità fisica dei tori, evitando maltrattamenti prima, durante e dopo l'evento;
  • Eliminazione dell'uso di oggetti affilati come banderillas, spade e lance, consentendo solo l'uso del mantello e del drappo colorato;
  • Protezione delle corna del toro, evitando danni ad altri animali o persone;
  • Limitare la durata della corrida a un massimo di 10 minuti per toro, con un limite totale di 30 minuti.

Una delle misure più importanti incluse nella riforma è l'imposizione di multe fino a 339.000 pesos (pari a oltre 15 mila euro) per coloro che violano le nuove regole e causano la morte di un toro durante uno spettacolo.

C'è un mondo di violenza contro i tori all'interno delle arene che restano da sempre celati agli occhi degli spettatori. Non tutta la violenza della corrida avviene sotto al sole

In quali paesi si fanno ancora le corride

La corrida consiste in un combattimento tra un matador e un toro che culmina il più delle volte con la morte dell’animale nell’arena. Anche se siamo abituati ad associare questi spettacoli alla Spagna, dove è ancora legale in molte regioni, molti altri paesi, incluso il Messico, praticano ancora la tauromachia, come Colombia, Ecuador, Perù e anche la Francia. A cambiare sono le regolamentazioni che prevedono modalità diverse di allevamento dei tori e svolgimento della corrida.

Negli ultimi decenni la corrida è stata oggetto di intense polemiche, con associazioni per la tutela degli animali che la considerano una pratica crudele e anacronistica. Organizzazioni internazionali come PETA o Humane Society International da anni denunciano le sofferenze inflitte ai tori, sottolineando come gli animali vengano spesso debilitati prima dell’ingresso nell’arena e uccisi lentamente per il divertimento del pubblico.

Dall’altro lato ci sono però le associazioni di allevatori di tori da corrida che difendono questa pratica come un elemento fondamentale del patrimonio culturale e rurale delle regioni in cui viene praticata. Nonostante la pesante crisi che sta colpendo l'industria che ruota intorno alla tauromachia gli allevatori continuano a sostenere che la soppressione della corrida porterebbe alla scomparsa di interi ecosistemi legati all'allevamento del toro e causerebbe danni economici significativi alle comunità che ancora dipendono da questa attività. Da qui la mediazione di Città del Messico di non vietare lo spettacolo in sé, ma la violenza che comporta. Se questo sia davvero possibile si vedrà solo con il tempo.

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