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Una volta la Turchia, e in particolare proprio Istanbul, era il simbolo della convivenza tra cani liberi e persone. Ora la morte di Rana El Selci, una bimba che ha perso la vita a causa dell'aggressione di un branco nella città di Konya nella zona centrale della Turchia, ha scatenato l'ira del Governo che già da tempo, in realtà, ha emanato una normativa per eliminare i cani dalle strade, definita dalle associazioni animaliste e anche dagli stessi cittadini che più volte sono scesi in piazza la "legge del massacro".
Le legge di Erdogan, tolleranza zero contro i randagi
Per raccontare quello che sta succedendo nel paese governato da Tayyip Erdoğan bisogna proprio partire da quest'ultimo che ha svolto un ruolo fondamentale per indirizzare le amministrazioni locali verso una politica di zero tolleranza nei confronti dei randagi con l'emanazione, appunto, di una legge che prevede la cattura dei cani liberi, la loro segregazione nei canili per massimo 30 giorni e, in assenza di adozione, la soppressione con un’iniezione letale.
Questo provvedimento era stato deciso a seguito dell'aggressione, non letale in quel caso e anche da parte di un cane di proprietà, di un'altra bambina nel 2022 in una zona del sud est del Paese. Ad alzare la voce, ora, però è stato il ministro degli Interni Ali Yerlikaya che ha dichiarato in un video pubblicato sui social media: "O si applica quanto stabilito o userò al massimo ogni autorità la legge mi dia".
In Turchia le ultime stime del Governo parlano della presenza di oltre 4 milioni di cani senza un riferimento umano che sono stanziate tra le città e le zone rurali. La popolazione turca è molto legata alla presenza di questi cani, in realtà, e al di là delle associazioni animaliste e degli attivisti le piazze spesso si sono riempite di cittadini contrari a una decisione che necessariamente poi porta all'uccisione vista l'assenza di percorsi di sensibilizzazione all'adozione in canile e con strutture sovraffollate.
Nel Paese, prima che vi fosse questo cambio di mentalità da parte di Erdoğan, cani e gatti avevano proprio il diritto a vivere per strada, sancito da una legge del 2004 approvata quando quest'ultimo oltretutto era Primo ministro. Alla vita di alcuni di quelli che popolano le strade di Instabul era stato anche dedicato un documentario, nel 2020, intitolato “Stray”. E proprio di Zeytin, una delle cagne protagoniste del docufilm di Elizabeth Lo, si erano perse le tracce a inizio 2022, quando Erdoğan aveva dato incarico ai Comuni di rimuovere dalle strade gli animali randagi che «rappresentano una minaccia per la sicurezza pubblica» per trasferirli nei canili. Zeytin poi era stata ritrovata e ospitata in un rifugio privato.
Turchia e randagi, un legame strettissimo tra cani, gatti e cittadini
"HayTap", la Federazione turca per i diritti degli animali, ha postato su X un video che mostra cani e gatti randagi che convivono pacificamente con le persone per strada, nei negozi e persino nella rete della metropolitana proprio per mostrare ciò che per la maggioranza dei turchi è una normale convivenza e che fa parte della loro quotidianità.