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28 Febbraio 2025
17:17

Muore da soccorritore in Ucraina, il suo cane smette di mangiare: “La depressione colpisce anche gli animali”

Il cane Zeno ha smesso di mangiare quando è morto il suo umano di riferimento Massimiliano Galletti, soccorritore della Protezione civile in Ucraina. Il veterinario Luigi Sacchettino spiega a Fanpage.it che anche i cani possono soffrire di depressione.

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Un giorno, senza alcun apparente motivo, il cane Zeno ha smesso di mangiare. Nessuno sapeva ancora che Massimiliano Galletti, l'umano di Zeno, era morto in Ucraina dove si trovava come soccorritore paramedico. Sarebbe dovuto partire anche Zeno alla volta di Kiev: lui e Massimiliano erano infatti un binomio inseparabile. Ma per la prima volta Massimiliano è andato da solo.

Mentre a migliaia di chilometri di distanza il suo amico umano moriva, Zeno "l'ha sentito". Questo è ciò che pensano i volontari dell'associazione che lo hanno conosciuto in quel frangente, ma chiaramente si tratta di una ricostruzione – per quanto romantica – priva di fondamento.

Ci sono invece prove scientifiche che spiegano l'inappetenza del cane che dipende dal legame profondo che si crea tra fido e l'umano di riferimento: il dolore della separazione che può portare anche "il miglior amico dell'uomo" a soffrire di depressione.

La storia di Zeno

Massimiliano, 59 anni, era un dipendente del Comune di San Benedetto, partito come soccorritore della Protezione Civile in Ucraina, dove ha trovato la morte. La notizia è arrivata alla famiglia alla fine dell'ottobre 2024, e il 9 novembre con il rientro della salma in Italia si sono tenuti i funerali.

Anche Zeno era sulla scalinata della Cattedrale di Santa Maria della Marina di San Benedetto del Tronto, in provincia di Ascoli Piceno, per dare l’ultimo saluto al suo umano. Il legame fra Massimiliano e Zeno era speciale. Lo aveva preso da cucciolo per crescerlo come cane da ricerca, destinato ad aiutare durante le emergenze, e per otto anni sono stati inseparabili. Alla morte di Massimiliano però tutto è cambiato: la sua famiglia non ha potuto prendersene cura e per diversi mesi ha cercato per lui un’adozione.

Zeno è stato spostato da una parte all’altra, passando da una casa all’altra senza più trovare stabilità. Non solo il dramma di non rivedere più il suo amico, ma anche tanto stress dovuto a situazioni instabili tanto da sviluppare una forma di autolesionismo alla zampa. A distanza di tre mesi, Zeno non aveva ancora trovato una nuova casa mentre la sua salute mentale e fisica stava peggiorando.

Anche i cani possono essere depressi

Zeno ha smesso di mangiare quando Massimiliano è morto, non perché avesse avvertito prima quello che era successo, ma perché probabilmente era colto da una forma di sindrome depressiva. Dopo molti mesi di distanza dalla persona che da sempre era il centro del suo mondo, ciò che i volontari infatti raccontano è che Zeno era arrivato a un livello di tristezza tale da rifiutare anche il cibo, e il periodo è poi coinciso anche con la morte del suo umano.

Anche i cani possono soffrire di depressione e alcuni sintomi sono coincidenti con quelli che colpiscono anche le persone, come apatia e rifiuto del cibo. Lo ha spiegato a Kodami il veterinario Luigi Sacchettino, specialista in etologia applicata e benessere animale: "I cani possono soffrire di depressione. Non è sempre facile averne conferma poiché non potendo parlare con loro, non possiamo ascoltare il loro punto di vista, ma nella pratica clinica ci sono alcune situazioni in cui questa è l'unica spiegazione, sia nelle fasi acute che croniche".

I sintomi della depressione nei cani variano a seconda del singolo individuo, dell'età e della gravità del problema: "Perdita di interesse per attività che prima lo appassionavano, come giocare o fare passeggiate; isolamento e tendenza a nascondersi, riduzione dell'interazione con i membri della famiglia; apatia e mancanza di energia – sottolinea il veterinario – Ci sono poi cambiamenti nel sonno, come dormire più del solito o insonnia, e infine comportamenti distruttivi o autolesionistici in casi gravi". Per Zeno il sintomo più evidente era proprio il rifiuto del cibo, ma a questo poi è seguito anche l'autolesionismo.

Il dramma dei cani rimasti senza famiglia

Dopo aver appreso della sua storia, a fine gennaio 2025, la presidente dell'associazione Ariel, Francesca Cosentino, ha deciso di accoglierlo nel centro recupero dell’associazione: "Temevo per Zeno. Essendo un cane molecolare molte persone avrebbero potuto adottarlo solo per sfruttarlo".

Quelli che in gergo vengono chiamati cani molecolari non sono altro che individui specializzati nel seguire particolari tracce odorose. Tutti i cani possiedono 40 volte in più il numero di cellule olfattive dell'essere umani, alcuni però aggiungono a questa capacità innata anche quella di riuscire a comunicare con il proprio umano allo scopo di seguire un odore specifico e segnalarne la fonte. Questa abilità può essere affinata e impiegata nella ricerca di droga, esplosivi, persone, ma anche tartufi e molto altro.

"Abbiamo molto a cuore gli animali che restano soli dopo la morte dei loro umani – prosegue Cosentino – Alcuni sono più fortunati perché la famiglia non li abbandona. Tuttavia sono numerosi i casi in cui non ci sono familiari, oppure ci sono ma non li vogliono o non possono farsene carico".

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Zeno

Nell'ordinamento italiano i cani sono parificati ad oggetti che possono essere venduti e ceduti da quello che la legge riconosce come il "proprietario". Allo stesso modo alla sua morte il cane è un bene che può anche non essere accettato dagli altri familiari. Si tratta in molti casi di cani ormai adulti che si trovano all'improvviso a finire in canile. Uno stress che per alcuni individui particolarmente sensibili è quasi insopportabile.

Negli ultimi anni i volontari hanno assistito a un "preoccupante aumento di animali costretti a restare soli. Per chi ama il proprio animale come un membro della famiglia, come un figlio, il terrore più grande è abbandonarlo improvvisamente, per questo vorremmo tramite la nostra associazione riuscire a tutelare queste creature a 360 gradi, dando ai loro umani la certezza che i loro compagni a 4zampe godranno sempre di quell'amore che loro non gli hanno mai fatto mancare".

Oggi Zeno vive con l'associazione e sta cercando, nuovamente, di costruirsi una vita finalmente stabile e serena. "Desideriamo che Zeno diventi il simbolo di un appello affinché questi animali siano maggiormente tutelati e protetti".

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