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20 Febbraio 2025
7:10

Come il Kenya ha reso più pacifica la convivenza tra umani e animali selvatici ripristinando le praterie

Un nuovo studio mette in evidenza come ripristinare gli habitat non solo aiuta ecosistemi e biodiversità, ma può rendere più pacifica la convivenza tra esseri umani e animali selvatici e ridurre le tensioni sociali tra le comunità.

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In Kenya, dove sono state ripristinate le praterie, sono diminuiti i conflitti tra attività umane e animali selvatici

Le praterie del Kenya sono un ecosistema fondamentale, sia per le comunità umane che le abitano che, naturalmente, per la fauna selvatica. Elefanti, giraffe, iene e tantissimi altri animali dipendono da questi preziosi habitat proprio come i pastori, che trovano nelle praterie i pascoli indispensabili per il sostentamento dei propri animali. Tuttavia, crisi climatica e siccità stanno mettendo in crisi questa convivenza, riducendo le risorse per tutti e inasprendo i conflitti tra attività umane e animali selvatici.

Eppure, un nuovo studio condotto nella regione delle Chyulu Hills, nel Kenya meridionale, potrebbe aver trovato la soluzione: ripristinare le praterie non solo migliora questi ecosistemi, ma riduce anche i conflitti tra esseri umani e fauna. Secondo i risultati dello studio pubblicati sulla rivista Frontiers in Environmental Science, maggiore è l'estensione delle praterie restaurate, minore è il numero di conflitti. Un dato che suggerisce l'esistenza di uno stretto legame tra la salute degli ecosistemi e il benessere delle comunità umane.

La siccità e il conflitto tra umani e animali per le risorse

I periodi di siccità sempre più lunghi e frequenti stanno rendendo più difficile la vita tra le praterie africane. Quando l'erba scarseggia, infatti, gli animali selvatici si avvicinano agli insediamenti umani in cerca di cibo e acqua, aumentando il rischio di danni alle coltivazioni e attacchi agli allevamenti. Secondo i dati raccolti dai ricercatori, ben l'89% delle famiglie intervistate e che vivono nelle Chyulu Hills ha subito danni diretti a causa degli animali, mentre il 32% ha riportato anche tensioni sociali dovute alla competizione per le risorse, come l'acqua.

Le praterie, del resto, non solo forniscono sostentamento diretto alle persone, ma hanno anche un ruolo cruciale nella prevenzione dell'erosione del suolo, nella conservazione delle risorse idriche e, naturalmente, per la conservazione della biodiversità, ma c'è di più. Oltre che per i loro benefici ecologici, le praterie hanno anche un'importanza culturale e offrono opportunità per il turismo naturalistico e fotografico, rendendone la protezione e il ripristino essenziali sia per l'ambiente che per il benessere umano, hanno sottolineato gli autori nel loro studio.

Gli effetti positivi del ripristino delle praterie

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Il ripristino ambientale è correlato anche a una riduzione dei conflitti sociali tra le varie comunità

Il progetto di ripristino delle praterie nelle Chyulu Hills, avviato nell'ottobre del 2021, ha però già portato a risultati tangibili. Attraverso sondaggi condotti tra settembre 2022 e ottobre 2023, gli scienziati hanno constatato che l'aumento della superficie delle aree restaurate ha portato a una riduzione dei conflitti tra esseri umani e fauna selvatica, non più costretti a competere tra loro come prima. Tuttavia, gli studiosi avverto che affinché questi benefici siano duraturi e su scala più ampia, sarà necessario ampliare ulteriormente le superfici ripristinate.

Interessante è però soprattutto il legame tra il ripristino ambientale e la riduzione dei conflitti sociali. Maggiore è stata l'area restaurata, minore è stata la percezione di insicurezza e delle tensioni tra le varie comunità umane. Tuttavia, lo studio ha evidenziato anche come nelle famiglie guidate da donne, queste abbiano sperimentato comunque livelli di tensione e conflitti sociali più elevati rispetto agli uomini, un aspetto che sottolinea anche la necessità di politiche più inclusive e sensibili alle differenze di genere.

Conflitti umani-animali e tensioni sociali camminano di pari passo

Questo studio, evidenzia quindi come i conflitti tra attività umane e fauna selvatica spesso siano correlati anche con problemi di tipo sociale. Proprio per questo, i ricercatori sottolineano l'importanza di integrare il ripristino delle praterie nelle strategie di sviluppo nazionali e internazionali, con finanziamenti a politiche mirate a mitigare sia i conflitti umani-fauna che quelli sociali. I ricercatori continueranno anche in futuro monitorare la situazione per raccogliere dati più robusti, ma questi primi risultati sono già più che incoraggianti.

L'esperienza keniana dimostra infatti che investire nella natura e nel ripristino degli habitat, non significa solo tutelare ecosistemi e biodiversità, ma anche ridurre i conflitti con la fauna selvatica e promuovere comunità più sicure e resilienti, in cui esseri umani e animali possono coesistere pacificamente e in maggiore armonia. E in un mondo costantemente stravolto dai rapidi cambiamenti climatici e ambientali che stanno colpendo l'intero pianeta, ne abbiamo tutti decisamente bisogno.

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