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16 Gennaio 2025
17:11

Strage di cani randagi in Marocco. Jane Goodall alla Fifa: «Fermate la mattanza per i prossimi Mondiali»

Ogni volta che in determinati paesi si devono svolgere i Mondiali di calcio arriva la notizia di stragi di cani randagi. In Marocco sta succedendo di nuovo e adesso è scesa in campo l'etologa Jane Goodall che chiede direttamente al segretario generale Mattias Grafström di prendere una posizione in merito.

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Cuccioli di cani liberi a Taghazout, Marocco (foto di Diana Letizia)

Non è la prima volta che succede e non sarà l'ultima ma ancora accade che si leghino i Mondiali di calcio a stragi di cani e questa volta se ne parla per l'edizione del 2030 in Marocco, dove secondo diverse associazioni animaliste si sta perpetrando una strage di cani randagi per liberare le strade in funzione dell'arrivo della competizione e "in favore" del turismo che deriverà dalla presenza degli spettatori. Questa volta, però, a scendere in campo prima dei giocatori perché la Federazione internazionale si esprima in merito è la famosa etologa Jane Goodall che si è rivolta direttamente alla Fifa.

I mondiali e le stragi di cani, una storia che si ripete

Il Marocco ospiterà il torneo insieme a Spagna e Portogallo e secondo quanto denunciato da IAWPC, International Animal Coalition, «ogni anno in Marocco vengono uccisi 300.000 cani randagi. Vengono brutalmente uccisi da individui che lavorano per conto del Governo. Tuttavia, da quando la FIFA ha annunciato che il Marocco avrebbe co-ospitato la Coppa del Mondo del 2030 con Spagna e Portogallo, le uccisioni disumane e barbare sono aumentate. I cani vengono colpiti e avvelenati, provocando una morte dolorosa e lenta. I cani vengono anche catturati con strumenti simili a pinze, che hanno un effetto doloroso e debilitante, prima di essere gettati nei veicoli insieme ad altri animali terrorizzati, dove vengono poi portati in strutture per essere uccisi in modo disumano. Tutte e tre le pratiche sono giustamente vietate nella maggior parte dei paesi del mondo.  Eppure, sembrano essere tollerati dalla FIFA, che ha ripetutamente IGNORATO i dossier di prove che le sono stati forniti sugli orribili omicidi».

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Cani liberi sulla spiaggia di Taghazout (foto di Diana Letizia)

Ciò che viene sottolineato all'inizio della dichiarazione è una parte fondamentale da mettere in chiaro rispetto a questo collegamento che puntualmente si fa tra l'arrivo delle delegazioni sportive, l'indotto che i Mondiali portano al paese ospitante e le mattanze di animali di strada. In Marocco, infatti, a prescindere da eventi sportivi o meno di rilevanza mondiale costantemente da Sud a Nord si assiste puntualmente all'intervento di squadre mandate dalle autorità locali a "ripulire" le strade dai cani liberi.

Ogni volta che si parla dei Mondiali che potrebbero svolgersi in determinati paesi del mondo dove ancora il fenomeno dei cani liberi sul territorio è molto diffuso, arriva dunque questa notizia e ora è di nuovo il turno del Marocco, paese in cui il randagismo è decisamente un dato di fatto e gli stermini di massa sono una modalità fallimentare per eliminare i randagi che non produce mai gli effetti desiderati. Nella nazione africana, infatti, i cani liberi continuano ad esserci in assenza di un piano serio e sostenuto dal governo nazionale che tuteli la loro salute in funzione anche di quella umana e che sia mirato, come più volte suggerito da esperti di livello anche internazionale, al cosiddetto TNR, acronimo di "Trap, Neutering and realesed" ovvero "catturare, sterilizzare e rilasciare" sul territorio di nuovo.

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Un cane adulto gioca con una cucciola, Marocco (foto di Diana Letizia)

La lettera di Jane Goodall alla Fifa

Questa volta però la notizia di quanto sta accadendo è arrivata anche all'etologa di fama internazionale Jane Goodall che si è rivolta direttamente alla Fifa con una lettera in cui chiede di prendere una posizione chiara in merito, cosa che l'organismo internazionale non ha mai fatto.

Goodall ha infatti aderito alla campagna della IAWPC, esprimendo i suoi timori al segretario generale Mattias Grafström, scrivendo:

Sono rimasta assolutamente sconvolta nel leggere sui giornali che le autorità marocchine stanno uccidendo su larga scala cani randagi come parte di un apparente tentativo di rendere le sedi della Coppa del Mondo FIFA più ‘presentabili' ai visitatori stranieri. Sono ugualmente sconvolta nell'apprendere dall'IAWPC – International Animal Coalition che vi sono stati presentati dossier dettagliati che documentano questi atti orribili, la maggior parte dei quali sono condotti nel modo più brutale e crudele che si possa immaginare, e tuttavia sembra che li abbiate ignorati.

Sicuramente saprete come reagiranno i tifosi di calcio di tutto il mondo, molti dei quali sono anche amanti degli animali, quando lo scopriranno. Ci saranno appelli a boicottare il paese e ci saranno senza dubbio pressioni sugli sponsor del torneo Qatar Airways affinché si ritirino. Inoltre, metterà di nuovo la FIFA sotto i riflettori. So che avete lavorato duramente per riabilitare la reputazione della FIFA dopo i recenti scandali. Se non agite, tuttavia, la FIFA sarà nota per la sua complicità in un orribile atto di barbarie, sotto i vostri occhi.

Vi esorto vivamente a garantire che le uccisioni vengano fermate, anche informando il Marocco che l'organizzazione del torneo sarà sospesa fino a quando non lo farà. Esistono molte alternative umane al controllo delle popolazioni di cani randagi e numerose organizzazioni internazionali affidabili sono liete di assistere le autorità marocchine nell'attuazione di tali programmi. Non c'è semplicemente alcuna scusa per la terribile campagna di crudeltà che viene eseguita in nome del calcio.

Vi invito a usare la vostra posizione di Segretario generale della FIFA per porvi fine immediatamente e a guadagnarvi il rispetto e la gratitudine del pubblico amante del calcio ovunque per averlo fatto.

Il Marocco e i cani randagi, baluardo di una possibile convivenza tra uomo e cane libero

Era l'aprile del 2018 è fu allora la prima volta che arrivò la notizia che a causa del passaggio di una delegazione della Fifa in Marocco si stavano ammazzando i cani di strada, addirittura ben otto anni prima di un'eventuale scelta del paese africano per i Mondiali del 2026 che si svolgeranno invece in Messico, Usa e e Canada.

All'epoca seguì personalmente la notizia, ero stata a Taghazout nel sud del Paese pochi mesi prima proprio per un'attività di monitoraggio dei cani randagi insieme ad un'associazione italiana e lì sono tornata a distanza di pochi mesi dalla strage proprio per capire con i miei occhi quanto fosse vera questa notizia che puntualmente gira nell'associare le mattanze di cani al torneo di calcio.

Ciò che anche ora che c'è questa nuova denuncia poco torna, lì dove è assolutamente legittima e veritiera rispetto al costante massacro di animali, è l'associazione ai Mondiali. La distanza tra le stragi e l'evento effettivo, che poi manco si svolge nel Paese come nel caso del 2018, è diventata una modalità che fa da cassa di risonanza che le associazioni utilizzano e anche giustamente per dare peso a un massacro senza fine.

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Il riposo di un cane libero in Marocco (foto di Diana Letizia)

Il silenzio della Fifa, in tutto questo, però continua a non aiutare e anzi servirebbe decisamente una loro presa di posizione, come più volte richiesto e ora anche con l'appello di Goodall, perché si accenda un faro su massacri che non solo sono eticamente giustificabili ma che non portano nemmeno alla "soluzione del problema" visto che gli animali continuano a riprodursi e, anzi, eliminarli produce l'effetto contrario. Liberare un territorio costantemente occupato da branchi stanziali, infatti, ha dimostrato che lascia il campo all'arrivo di nuovi individui e anche al rischio di far proliferare malattie: a Taghazout dopo la strage del 2018 si verificarono addirittura dei casi di rabbia, malattia che da tempo non era più presente nell'area.

Quando sono tornata in quel piccolo paese di pescatori a nord di Agadir, ho potuto verificare che le stragi sono assolutamente sistematiche e indipendenti anche dalla sola ipotesi che i Mondiali possano poi realmente svolgersi sul territorio. Le persone che vengono assoldate dalle istituzioni locali fanno a loro volta parte anche della stessa municipalità dove lavorano ad esempio come netturbini e così riescono a racimolare qualche dollaro in più in base al numero di cani che uccidono. Ed è altrettanto e assolutamente vero che i cani vengono uccisi anche a suon di spari e non solo avvelenati, come avvenuto sotto gli occhi di turisti e residenti nell'area di Agadir in quell'aprile del 2018 e in tanti altri paesi della costa e di tutto il resto del paese.

Ma le ragioni per cui ciò accade risiedono negli interessi economici di pochi che hanno in mano il business dell'edilizia turistica soprattutto e puntano a trasformare il Marocco del mare in una "zona di confort" per famiglie a basso reddito, ovvero per un turismo di massa contro quello attuale soprattutto al sud in cui si riversano giovani surfisti o famiglie locali che hanno sempre mostrato amicizia e nessun fastidio nei confronti degli animali.

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