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L'aspettativa di vita nel mondo animale è qualcosa di incredibilmente variabile, ma anche spesso frainteso. Siamo infatti abituati a pensare in termini umani, come se una vita "normale" debba per forza durare decenni, ma la natura ha sempre molti altri piani. Uno degli esempi più classici di questo malinteso è quello delle farfalle: tutti sappiamo che vivono solo un giorno, ma in realtà non è proprio così. Le farfalle, così come quasi tutti gli insetti, passano gran parte della loro esistenza in altre forme – come larve e pupe – e possono impiegare mesi o persino anni prima di diventare adulti alati. Sarebbe un po' come dire che la nostra vita inizia solo al compimento del diciottesimo anno, ignorando tutto il resto.
Ma nonostante ciò, esistono comunque animali che hanno vite incredibilmente brevi, tanto da far sembrare un singolo giorno un'intera esistenza. Le ragioni sono tante: adattamenti evolutivi, pressioni ambientali, cicli vitali e una biologia spesso perfettamente scandita dal ritmo delle stagioni. Molti di questi animali sono insetti, come le famose effimere, ma ci sono anche vertebrati come noi che vivono appena il tempo di un'estate. Vediamo quindi un po' più da vicino alcuni degli animali la cui esistenza è tra le più fugaci sul pianeta, ma soprattutto cerchiamo di capire perché vivono così poco.
Le farfalle

La leggenda delle farfalle che vivono appena un giorno è tra le più dure a morire, ma non è del tutto vera. Le farfalle adulte possono sul serio vivere da pochi giorni fino a qualche settimana, a seconda della specie, anche se in alcuni casi, come nelle specie migratrici o che svernano nello stadio di adulto, ci sono anche generazioni che vivono diversi mesi. Tuttavia, la loro vita complessiva, se contiamo le fasi di bruco e crisalide, dura comunque quasi sempre diversi mesi o anche addirittura anni.
Quello che le rende così "brevi" ai nostri occhi è che il tempo trascorso da adulti, l'unico momento in cui volano e si riproducono, è relativamente breve, come in quasi tutti gli insetti. In questa fase non crescono più, spesso non si nutrono nemmeno, e si dedicano esclusivamente alla riproduzione. La loro esistenza adulta è quindi una sorta di sprint finale, dopo un lungo processo di trasformazione e crescita trascorso come bruco e come pupa, lo stadio di bozzolo. Quasi tutti gli insetti adulti hanno un solo obiettivo: riprodursi.
Le effimere

Il loro nome dice già tutto: le effimere (ordine Ephemeroptera) sono insetti acquatici la cui fase adulta dura al massimo un giorno. Alcune specie, come Dolania americana, vivono appena 5 minuti dopo la metamorfosi. Sì, minuti. Anche in questo caso, come per le farfalle, trascorrono in realtà gran parte della loro vita in altri stadi, che per gli efemerotteri non è una vera e propria larva, ma una sorta di stadio intermedio, chiamato ninfa.
Le ninfe vivono nei corsi d'acqua dolce, dove possono restare anche per due o tre anni a seconda delle specie. Poi, all'improvviso, emergono, mutano, sviluppano le ali… e muoiono quasi subito dopo essersi accoppiate sciamando in massa sugli specchi d'acqua. Questi insetti non hanno nemmeno un apparato boccale: non si nutrono. Gli adulti alati esistono solo per riprodursi e poi sparire, lasciando spazio alla generazione successiva.
I moscerini della frutta

La Drosophila melanogaster, il famoso moscerino della frutta, è forse l'insetto più studiato e meglio conosciuto della storia, protagonista di migliaia di esperimenti in tutti i campi della ricerca medica e biologica. Ma nel mondo reale, fuori dai laboratori, vive appena un mese. Il suo intero ciclo è tra i più rapidi di tutti. In appena 24 ore dall'accoppiamento può deporre decine di uova e già dopo 8-10 ore dalla nascita le nuove larve iniziano a diventare adulte.
Un'intera generazione può nascere e completare il suo intero ciclo in appena una settimana. Il motivo è legato anche alle condizioni, spesso effimere e poco durature nel tempo, in cui le larve si sviluppano. Non c'è molto tempo a disposizione prima che la materia organica di cui si nutrono svanisca nel nulla, per cui bisogna fare molto presto. Questo ritmo così accelerato li rende anche dei veri campioni di rapidità evolutiva: ogni mutazione o adattamento ha subito modo di essere testato sul campo e di diffondersi nella popolazione in tempi rapidissimi.
Le pulci d'acqua

Le pulci d'acqua o Daphnia, minuscoli crostacei planctonici, vivono per lo più una o due settimane. Sono tra gli animali più piccoli e con i più brevi cicli vitali, ma anche tra i più importanti negli ecosistemi d'acqua dolce. La loro strategia è semplice: si riproducono in massa, spesso per partenogenesi (cioè direttamente dalle uova non fecondate e senza bisogno di accoppiamento), e riempiono stagni e laghi in pochissimo tempo.
Anche in questo caso, le condizioni ambientali adatte al loro ciclo vitale, ovvero pozze e zone umide temporanee, sono scostanti e svaniscono presto. Come i moscerini della frutta, quindi, bisogna darsi una mossa appena queste condizioni consentono di riprodursi. Quando poi svaniscono o si fanno più difficili, alcune specie producono uova super-resistenti che possono sopravvivere anche anni senz'acqua, in attesa che ritorni e potersi schiudersi.
I gastrotrichi

Molto probabilmente non avete mai sentito nominare prima questi animali. Sono infatti tra i più piccoli e meno conosciuti organismi multicellulari del pianeta, famosi soprattutto tra i manuali e i banchi universitari in cui si studia zoologia. I gatrotrichi sono minuscoli animali acquatici simili a vermetti, lunghi a volte meno di un millimetro. Vivono in ambienti d'acqua dolce e marina, spesso nascosti tra i granelli di sabbia o nel fango.
Il loro ciclo vitale è tra i più rapidi in assoluto: appena tre giorni. Nascono già completamente formati e autosufficienti, si riproducono in fretta – anche loro molto spesso per partenogenesi – e poi muoiono. L'intera loro esistenza si svolge a una velocità che noi facciamo fatica anche solo a immaginare. I gastrotrichi si nutrono di materia organica morta, ma anche di batteri, funghi e protisti e, a loro volta, sono una fonte di cibo per tantissimi altri invertebrati come anellidi, nematodi ed artropodi.
Ghiozzi nani

In questa nostra classifica non ci sono solamente insetti e altri invertebrati. Tra i vertebrati come noi, tuttavia, sono i pesci ad avere alcune delle esistenze più brevi in assoluto. In particolare, alcuni pesci conosciuti come ghiozzi nani o pigmei possono vivere anche meno di due mesi. La specie Eviota sigillata detiene il triste primato di pesce che vive di meno. Questo minuscolo gobide dell'oceano Pacifico, lungo appena un paio di centimetri, ha una vita media di 59 giorni.
La sua esistenza è una vera e propria corsa contro il tempo. Dopo la schiusa delle uova, trascorre appena tre settimane nella fase larvale, poi diventa un adulto, si riproduce e muore in pochissimo tempo. Come per gli insetti, la selezione naturale ha premiato la velocità e l'efficienza: in un ambiente così competitivo come i reef corallini, vivere poco, ma lasciare molti discendenti, può essere spesso una strategia vincente da un punto di vista evolutivo.
I camaleonti

Restando tra i vertebrati, i pesci non sono gli unici ad avere vite a tutta velocità. I camaleonti del genere Furcifer, per esempio, sono probabilmente i vertebrati terrestri con il ciclo vitale più breve di tutti: vivono solo 4 o 5 mesi. Questi rettili sono endemici del Madagascar e la cosa che sorprende di più del loro intero ciclo vitale non è tanto la durata, ma il fatto che trascorrano molto più tempo dentro l'uovo che fuori. La loro vita ricorda molto quella della maggior parte degli insetti.
Le uova vengono deposte all'inizio della stagione secca e si schiudono con l'arrivo delle piogge. I piccoli camaleonti appena nati crescono rapidamente, raggiungono la maturità sessuale in pochissime settimane, si accoppiano, depongono le uova… e poi muoiono, spesso prima ancora della fine della stagione delle piogge. Un'intera generazione sparisce nel giro di un'estate. È una vita perfettamente sincronizzata con l'ambiente e il clima: una strategia per evitare le difficoltà dei periodi secchi, sfruttando al massimo le finestre di abbondanza di risorse.
I toporagni

In ultimo, ci sono i toporagni, che sembrano usciti da un racconto steampunk. Questi piccoli e frenetici mammiferi hanno un metabolismo incredibilmente accelerato, un cuore che batte a più di mille all'ora e una fame perenne. La loro intera esistenza è una corsa costante nel tentativo di non esaurire le energie e tutto ciò ha inevitabilmente un impatto anche sull'aspettativa di vita. Alcune specie, come il toporagno comune (Sorex araneus) e il mustiolo (Suncus etruscus), vivono appena un anno o anche meno in natura.
La loro brevità di vita è legata a un dispendio energetico enorme e costante. Devono mangiare ogni 2-3 ore per sopravvivere e consumano energia a una velocità che renderebbe invidioso persino un colibrì. Sono un esempio perfetto di come una vita breve non sia necessariamente "lenta": vivono in una costante corsa contro il tempo. Osservando le vite e i cicli di tutti questi animali, potremmo facilmente pensare che un'esistenza così breve sia "triste" o persino "inutile". Ma anche questa è una visione decisamente troppo umana.
In natura, non è tanto la durata a contare, ma l'efficacia e la capacità di riprodursi e lasciare discendenti. Ogni strategia, ogni ciclo, ogni tempo è il frutto di milioni di anni di evoluzione, ma molto spesso è proprio la rapidità ad avere la meglio e ad essere la strategia migliore da un punto di vista evolutivo. E per quanto possa sembrare breve, ogni vita – anche la più fugace ed effimera – ha un senso profondo nel grande intreccio delle infinite vite che compongono quel mosaico meraviglioso chiamato biodiversità.