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9 Novembre 2024
13:00

36 animali selvatici sfruttati per il commercio sono stati recuperati e riabilitati: ritornano nella giungla del Guatemala

Liberati in natura 36 animali selvatici che erano stati prelevati illegalmente per essere venduti e "usati" come animali domestici. Dopo un lungo percorso di riabilitazione ora vivono nella Riserva della Biosfera Maya, in un habitat adatto a loro.

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Vivevano liberi nella giungla di Peten in Guatemala: opossum, gufi pigmei, falchi grigi, coati e chachalaca. Sono stati catturati e rimossi illegalmente dal loro habitat naturale per essere usati come animali domestici. Ora sono di nuovo in giro in un habitat a loro adatto, dopo un lungo percorso di riabilitazione che ha portato ognuno di loro a recuperare le forze psicofisiche necessarie per ritrovare il senso della loro stessa esistenza.

Sono trentasei gli animali selvatici che le organizzazioni non governative Asociacion Rescate y Conservacion de Vida Silvestre (ARCAS) e Humane Society International/America Latina hanno seguito per arrivare alla loro reintroduzione in natura. Si tratta in particolare di sei coati, otto uccelli chachalaca, sette opossum, cinque gufi pigmei, tre kinkajou e due falchi grigi che adesso vivono nella Riserva della Biosfera Maya, dopo aver subito un intenso processo di recupero e con l'autorizzazione del Consiglio nazionale delle aree protette del Guatemala o CONAP.

Gran parte di queste specie erano state vittime di un commercio illegale rivolto al mercato dei pet: venivano richiesti e venduti per essere "usati" come animali domestici. «Ad esempio – spiegano le associazioni in un comunicato – un opossum lanoso salvato, la cui pelliccia ha cambiato colore (da marrone a quasi completamente bianco) a causa del cibo inappropriato fornito dalla famiglia locale che lo teneva è stato curato e poi rilasciato in natura».

Fernando Martinez, direttore di ARCAS Peten, ha spiegato il lavoro svolto in collaborazione con i vari esperti delle associazioni che hanno collaborato: «Dopo aver monitorato attentamente la dieta dell'opossum e averlo tenuto lontano dal contatto umano, la pelliccia è tornata al suo colore naturale e l'animale non ha più cercato l'interazione umana».

E' stato liberato anche un falco bianco che è arrivato al centro di soccorso con le piume danneggiate e una ferita alla zampa, poiché era apparentemente stato legato per alcuni giorni. «Dopo aver curato la ferita – ha spiegato ancora Martinez – le sue piume si sono rigenerate e l'uccello aveva di nuovo il piumaggio appropriato per volare e tornare in libertà».

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