Kim Jong Il morto d’infarto: la Corea del Nord ad un bivio
Sono circa le 4.00 in Italia (le 12.00 in Corea del Nord) quando l’agenzia di stampa ufficiale di Pyongyang prima annuncia la scomparsa del leader storico della Corea del Nord, Kim Jong II. Successivamente è un'annunciatrice della tv di Stato a darne la notizia diretta, visibilmente commossa: Il dittatore, 69 anni, è stato stroncato da un arresto cardiaco, mentre era in viaggio in treno sabato mattina, sfinito dalla «stanchezza fisica e mentale». Già nell' agosto 2008 Kim era stato colpito da un ictus ma sembrava essersi ripreso. Nel Paese sono stati proclamati dodici giorni di lutto nazionale. A succedergli sarà il terzogenito Kim Jong-un, 27 anni, che i media locali definiscono come «il grande successore». Primo compito del neo-presidente sarà coordinare la commissione delegata dell'allestimento dei funerali di Stato del padre, che si terranno nella capitale nord coreana il prossimo 28 dicembre.
In seguito Kim Jong-un dovrà gestire Pyongyang «una città paralizzata a causa dello choc seguita alla notizia della scomparsa del ‘caro leader' Kim Jong-il». La morte del leader nordcoreano inaugura una fase di transizione e di instabilità potenzialmente critica sia per il Paese che per la regione asiatica. Da sempre la Corea del Nord si è fatta conoscere, oltre che per essere "il Paese più corrotto al mondo", per quell‘isolamento, rimarcato anche dalla decisione di «escludere l'invito di delegazioni straniere» per il funerale del Presidente.
I dubbi dell'Occidente dopo la morte di Kim Jong II
Non a caso il governo del Giappone ha convocato celermente una seduta d'emergenza, mantenendosi in persistente contatto con Stati Uniti, Cina e Corea del Sud. Quest'ultimo avrebbe già riunito «d'urgenza» il Consiglio di sicurezza nazionale, secondo l'agenzia Yonhap, allertando l'esercito. Il portavoce della Casa Bianca, Jay Carney, fa sapere che gli USA stanno seguendo la situazione da vicino: «Il nostro impegno nel garantire la stabilità nella penisola coreana rimane invariato, così come permane la volontà di garantire la libertà e la sicurezza dei nostri alleati» giapponesi e sudcoreani.
La morte del dittatore, inoltre, si è abbattuta come un fulmine sui mercati finanziari dell’Estremo Oriente, con tutti i principali listini asiatici che hanno chiuso in negativo. In particolare Seoul ha perso oltre il 3,4%, mentre Tokyo ha subito un calo del 1,26%. Un contraccolpo anche per le borse europee: con Milano che scende dello 0,2%, Londra dello 0,6%, Francoforte 0,5%, Parigi 0,5%.