Kenya, uomo ucciso da un ippopotamo mentre fa jogging: sarebbe l’italiano Renato Bettini
Orrore in Kenya, dove un uomo bianco è stato trovato morto nel pomeriggio di ieri, domenica 17 febbraio, sulla riva del fiume Sabaki, a una manciata di chilometri da Malindi e non lontano dalla foce del corso d'acqua e dall'Oceano Indiano. A renderlo noto il sito Malindi Kenya, secondo cui la vittima presentava profondissime ferite su tutto il corpo compatibili con una possibile aggressione da parte di un ippopotamo.
Malgrado manche ancora l'ufficialità il cadavere apparterrebbe all'italiano Renato Bettini, pensionato di 65 anni originario di Milano che trascorreva parte dell'anno in Kenya. Quando è stato trovato l'uomo era sprovvisto sia di documenti di identità che di telefono cellulare; indossava scarpe da ginnastica e pantaloncini, e ciò lascerebbe pensare che stesse praticando jogging quando è deceduto. Bettini era scomparso da due giorni e i suoi vicini di casa hanno confermato che amava andare a correre proprio nella zona della foce del fiume Sabaki. "Era un pensionato schivo ma sempre sorridente – ha raccontato a Malindi Kenya un vicino di casa, anch’egli italiano – anche quando non andava a correre in spiaggia, camminava veloce e raramente si fermava per due chiacchiere. Andava a piedi dappertutto”.
L'animale più pericoloso in Africa è l'ippopotamo
Contrariamente a quanto si è soliti credere non sono i leoni o i coccodrilli gli animali più pericolosi d'Africa, bensì proprio gli ippopotami, animali territoriali estremamente aggressivi che non tollerano intrusioni sul loro territorio e tanto meno l’incontro con l’uomo, con cui un incontro è quasi sempre letale. Nonostante la loro mole gli ippopotami sono animali molto agili e veloci, possono raggiungere i 50 chilometri orari di corsa e ogni hanno causano la morte di decine di persone, spesso turisti che erroneamente li considerano innocui e pacifici.