Omicidi a picconate a Milano: il pm chiede 20 anni di carcere per Kabobo
Il pubblico ministero di Milano Isidoro Palma chiede 20 anni di carcere per Adam Kabobo, il ghanese che l'11 maggio del 2013 uccise a colpi di piccone tre passanti (la 21enne Daniela Carella, Alessandro Carolé di 40 anni e Ermanno Masini, 64). Il pm ha chiesto il riconoscimento della seminfermità mentale e anche la condanna a sei anni da passare in una casa di cura dopo l'espiazione della pena. Il magistrato ha motivato la decisione spiegando che uno dei possibili moventi della strage è stato "il rancore verso la società" dell'omicidia, che si sentiva escluso dalla società. Kabobo sarebbe stato mosso anche da una "finalità depredatoria", avendo rubato i telefonini delle sue vittime; l'uomo inoltre avrebbe agito con "lucidità". Il processo con rito abbreviato è stato rinviato al 31 marzo, a causa della necessità di traduzioni.
Figlio di una vittima: "Richiesta insufficente" – Andrea Masini, figlio di Ermanno, una delle tre vittime, commenta la richiesta di condanna per Kabobo: "è insufficiente". "‘Uno che ha ammazzato tre persone e ha tentato di ucciderne altre tre deve finire i suoi giorni in carcere", ha detto il figlio del pensionato. "Il vero problema è l'immigrazione, lo Stato non fa nulla e non è in grado di gestirlo".
La perizia – Nella scorsa udienza il giudice si era opposto alla richiesta della difesa di un supplemento di perizia psichiatrica, dopo che una perizia disposta in fase di indagini e depositata lo scorso ottobre aveva riconosciuto che Kabobo non era totalmente incapace di intendere e di volere ma soltanto semi infermo di mente. L'immigrato soffrirebbe, infatti, di una forma di "schizofrenia paranoide". Nelle scorse settimane il tribunale del Riesame si era, infatti, opposto al suo trasferimento in un’ospedale psichiatricogiudiziario.