Julian Assange, si riaccende la speranza. L’Onu: “Va liberato e risarcito”
Si riaccende la speranza per Julian Assange, il fondatore di Wikileaks che da tre anni è rinchiuso nell'ambasciata dell'Ecuador a Londra, inseguito da un mandato di cattura europeo e da una richiesta di estradizione da parte della Svezia per una fumosa accusa di stupro. Secondo quanto anticipato oggi dalla Bbc, il Wgad, il gruppo di lavoro delle Nazioni Unite che si occupa di detenzioni illegali, avrebbe già comunicato ai governi di Londra e Stoccolma che Assange va liberato immediatamente perchè la sua detenzione è "illegale" e che deve essere risarcito. La richiesta non ha valore formale, ma in passato altre persone sono state rimesse in libertà in seguito alle decisioni di questo comitato Onu.
L'ex hacker australiano, scommettendo il tutto per tutto, aveva annunciato che se l'Onu gli avesse dato torto, si sarebbe consegnato alla polizia inglese che vigila 24 ore su 24 l'elegante palazzina in zona Knightsbridge, a due passi dai lussuosi magazzini Harrods, nel cuore di Londra.
Ancora è presto per dire se Assange, l'uomo che ha rivelato più segreti diplomatici della storia, pubblicando attraverso il suo sito migliaia di documenti riservati, e che ha portato a una condanna a 35 anni la sua principale fonte, il soldato americano Bradley Manning, potrà davvero tornare un uomo libero. Ma di certo se domani, un comunicato è atteso per le 11, sarà confermata questa indiscrezione, per Assange sarebbe una clamorosa vittoria.
"Se l'Onu dovesse annunciare che ho perso il mio caso contro Gran Bretagna e Svezia – ha detto – uscirò dall'ambasciata a mezzogiorno di venerdì per accettare l'arresto da parte della Polizia britannica in quanto non ci sarebbe più una prospettiva di appello. Se tuttavia dovessi avere la meglio, mi aspetto l'immediata restituzione del mio passaporto e la fine di ulteriori tentativi di arrestarmi".