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Josef Fritzl, il cemento cancella la casa degli orrori diventata attrazione per turisti

Il 76enne austriaco ha stuprato e tenuto prigioniera per 24 anni nella sua abitazione la figlia, dalla quale ha avuto sette figli di cui uno morto neonato. La casa degli orrori era diventata una meta per turisti. Ma ora è tutto cancellato.
A cura di Biagio Chiariello
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Da molti è conosciuto come il mostro di Amstetten. Lui è Josef Fritzl, il padre-mostro oggi 76enne che per 24 anni tenne sequestrata sua figlia Elisabeth in una cantina-bunker nel sotterraneo della sua villetta, la violentò migliaia di volte, ebbe con lei sette figli di cui uno, pare, ammazzato dallo stesso padre subito dopo la nascita. L'uomo nel 2009 è stato condannato al carcere a vita, senza possibilità di libertà condizionale per i seguenti 15 anni. Ha deciso di non ricorrere in appello. Oggi, a distanza di 4 anni, la sua tremenda storia risale agli onori delle cronache. La cantina della casa austriaca di Fritzl è stata letteralmente sigillata con il calcestruzzo, come scrive il Daily Mail.

Per quanto possa sembra incredibile, la decisione è stata presa dopo che quella villetta degli orrori era diventata un bizzarro luogo di attrazione per turisti. Walter Anzboeck , l'esperto incaricato dal magistrato di liquidare le proprietà di Fritzl, ha fatto subito sapere che la mossa è quella di garantire che la prigione – dove l'orco di Amstetten ha ripetutamente violentato la figlia terrorizzata e ha rifiutato di lasciare che i suoi figli intrappolati vedessero la luce – sia chiusa agli occhi del pubblico per sempre.

Josef Fritzl, il mostro di Amstetten
Josef Fritzl, il mostro di Amstetten

In realtà era stato lo stesso 76 enne a voler fare della sua abitazione una sorta di museo degli orrori, così da "monetizzare la sua storia, ma senza fare troppo clamore" aveva detto qualche anno fa dal carcere dove è rinchiuso. Nel tempo si è parlato anche di una autobiografia di Josef Fritz. Quel che certo, però, è che nessuno vedrà più quella cantina. Due tonnellate di cemento abbattutesi sulla prigione non serviranno però a cancellare una delle più terribili storie di cronaca del Dopoguerra.

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