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Jonella Ligresti: “Condizioni disumane in carcere, una sola doccia al giorno”

La figlia di Salvatore, dietro le sbarre per il caso Fonsai, parla dal carcere di Torino: “Stando fuori non immagini quello che può accadere. Un’ora d’aria è troppo poco per sopportare. Una volta fuori mi attiverò per la causa dei carcerati”.
A cura di Biagio Chiariello
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Che la situazione nelle carceri italiane non fosse delle più facili, lo si sapeva già da tempo. Gli scioperi della sete di Marco Pannella, in tal senso, sono esemplificativi. Ora, sembra che del problema se ne sia accorta anche Jonella Ligresti, figlia del patron di Fonsai, finita dietro le sbarre per l‘inchiesta della Procura torinese con l'accusa di falso in bilancio e manipolazione del mercato. "Devo fare qualcosa per le condizioni in carcere. Ho visto cose disumane. Stando fuori non sai com'è qui dentro. Nemmeno te lo puoi immaginare", ha detto la Ligresti, secondo quanto raccontato alla Stampa da un consigliere regionale che l'ha incontrata nel carcere di Torino. "Si può fare la doccia soltanto una volta al giorno – spiega la donna – Un'ora d'aria è troppo poco per sopportare le sbarre. Qui, tutte le detenute mi danno una mano. Mi aiutano. Anche tra il personale ho incontrato molta umanità A Torino come a Cagliari, sebbene la cella fosse un po' più grande e accogliente. Ero con un'altra detenuta, ma lo spazio era di cinque metri per cinque".

Jonella parla anche della sua condizione di carcerata: "Non merito il carcere – afferma -. Mi hanno strappato dalle braccia dei mie figli. Non mi sarei mai aspettata di finire qui dentro. Anche se sui giornali mi hanno già dipinta come una delinquente, credo fortemente nella giustizia e avrò modo di dimostrare che sono estranea alle accuse". Rimarca l'intenzione di voler fare qualcosa per migliorare la situazione dei carcerati. In particolare "c'è una donna di colore – che cita come esempio – arrestata per aver portato il figlio di tre anni all'asilo. Era agli arresti domiciliari e non poteva uscire".

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