Jennifer, uccisa dal fidanzato con 17 coltellate. La lettera del fratello: “Amate e fate del bene”
Era il 2 dicembre di un anno fa quando la 26enne Jennifer Sterlecchini veniva brutalmente uccisa da Davide Troilo, 32 anni, che aveva lasciato qualche giorno prima. L'uomo, che lavorava come ascensorista, prima le aveva rotto la mandibola poi l'aveva assassinata con 32 coltellate. Ai carabinieri che trovarono il corpo della giovane sfigurato Troilo spiegò: "Ci siamo aggrediti a vicenda".
Ebbene, a un anno di distanza Jonathan Sterlecchini – deejay molto noto a Pescara – ha scritto un lungo post su Facebook per raccontare la sua storia, passata anche attraverso la scomparsa del padre, morto anche lui in circostanze tragiche. In questi mesi insieme alla madre Jonathan ha intrapreso una battaglia affinché il Parlamento impedisca con una norma specifica che chi si macchia di femminicidio possa ricorrere al rito abbreviato, con conseguente sconto di pena di un terzo, come è accaduto a Troilo.
"Voglio per una volta utilizzare questo mezzo di comunicazione e arrivare a tutti voi cercando in qualche modo di entrare nei vostri cuori, ma dovrò essere duro, come la mia vita e quella della mia mamma lo è stata con noi – scrive Jonathan Sterlecchini sul social network -. In una tarda mattinata poco prima di pranzo ti arriva un'altra chiamata ‘Jo forse è il caso che vieni a casa di tua sorella sta succedendo qualcosa'. Quel ‘qualcosa' significa: massacrata di botte con la mandibola rotta, non solo, e 17 coltellate (nonostante ciò non è morta subito, quindi ha pure sofferto)". E ancora: "In questi anni tutti mi fanno e ci fanno la stessa domanda ‘ma come fai, come fate ad andare avanti'. Sinceramente non lo so e non lo voglio sapere, perché fino a che riesco ad andare avanti mi sta bene cosi. Una cosa però voglio dirvela e qui arrivo al punto. A volte mi capita di ascoltare persone lamentarsi e sentir dire ‘la mia vita fa schifo, io non riesco più ad andare avanti', eccetera. Per carità, i problemi li abbiamo tutti (chi più di me può esserne consapevole). Ma la vita è una e io voglio portarla a termine e lo voglio fare per mia sorella per mio papà, per tutte le vittime uccise per mano maschile ma non solo, per tutti quelli che avrebbero voluto viverle e che in un modo o nell'altro non hanno potuto e non per causa loro".
"Rispettate la vita, la vostra vita perché nonostante tutte le difficoltà voi potete ancora viverla… l'amore ormai è una parola dimenticata da tutti, dovremmo tornare ad amare tutto e tutti incondizionatamente, perché l'odio e la violenza si sconfiggeranno solo in questo modo, e se mai un giorno dovessi avere dei bambini la prima cosa che gli insegnerò sarà proprio questa. Amate e fate del bene… Mia sorella al posto mio avrebbe fatto lo stesso. Oggi più che mai mi accompagnerà il tuo sorriso i tuoi capelli lunghi e la tua risata a ogni mia battuta".