Jackson Pollock: alcuni studi mettono in dubbio l’autenticità delle sue opere
Jackson Pollock è ancora oggi uno degli artisti più enigmatici dell'espressionismo astratto: celebre è il suo rapporto quasi ossessivo con la tela, il suo rifiuto degli strumenti convenzionali come pennelli e cavalletti, l'idea che il dipinto abbia "vita propria" e che l'artista sia tale solo se riesce ad "entrarci dentro". I lavori più famosi di Pollock sono quelli che realizzò negli anni fra 1947 e 1950, il periodo della cosiddetta pittura "a goccia", eseguita utilizzando pennelli induriti, bastoncini e siringhe da cucina. Pollock inventa letteralmente la sua tecnica di lasciar gocciolare il colore, che è considerata una delle basi fondamentali del movimento dell'action painting. Oggi Jackson Pollock torna a far parlare di sé, ma in modo del tutto inaspettato: un team di esperti ha infatti ipotizzato che molti dei suoi capolavori siano in realtà dei falsi. Alcuni test chimici eseguiti sulle tele infatti, hanno rivelato che molti dei pigmenti utilizzati non sarebbero stati disponibili in commercio prima della morte dell'artista, avvenuta nel 1956. L'arte di Jackson Pollock sembra afflitta dalla maledizione "del falso": da tempo infatti, gli esperti hanno a che fare con ipotesi di falsificazioni, soprattutto per le opere del periodo della pittura a goccia.
Le ipotesi di falsificazione, se confermate, cambierebbero notevolmente l'approccio della critica a questo artista, nonché quello del mercato dell'arte, da sempre grandemente interessato ai lavori del pittore statunitense. Circa 30 dipinti sono stati analizzati privatamente da "Art Analysis&Research", un team di ricerca inglese che si occupa di indagare scientificamente gli enigmi nascosti nei quadri di ogni epoca (famoso il caso del quadro di Rembrandt, lo scorso settembre): il direttore, Nicholas Eastaugh, in un'accurata relazione su The Art Newspaper, dopo aver esaminato i colori utilizzati in 23 quadri, ha confermato che i pigmenti utilizzati nella tela sono entrati in commercio dopo la data della morte di Pollock, dunque l'artista non avrebbe potuto utilizzarli.
Dei numerosi pigmenti, 12 sono stati identificati come "CI Pigment Yellow 74", un tipo di colore che non era disponibile in commercio prima del 1957: "Le prime forme di questa classe di pigmento sono apparsi sul mercato commerciale nel 1910 (PY1), in seguito nel 1920 (come PY4-6). Tuttavia, la data di introduzione del PY74, quello utilizzato da Pollock, è riconosciuta come il 1957. Questo solleva di conseguenza, una serie di questioni".
Gli esperti raccomandano a questo punto ulteriori ricerche, per confermare l'identificazione del colore PY74, per esplorare se il pigmento giallo potrebbe essere stato applicato in seguito da un'altra mano, e per stabilire se esso possa essere stato messo a disposizione Pollock prima della sua uscita commerciale generale. Nonostante questa nuova scoperta, gli studiosi si dicono comunque fiduciosi sull'autenticità delle tele: le analisi dei materiali, del DNA e delle impronte digitali eseguite fin'ora avevano dato risultati molto positivi. Nel frattempo, non si prenderanno in considerazione esposizioni o mostre, né nessun tipo di valutazione finanziaria dei dipinti, fino a che la prova scientifica sarà certa e conclusa e il processo di autenticazione completato.