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Italiana uccisa a New York, l’amico brasiliano non è l’assassino

Continuano le indagini per l’omicidio di Rita Morelli, studentessa italiana che viveva a New York. Diramato l’identikit, è stato escluso dalla lista il primo fermato. Si cerca tra le conoscenze della vittima.
A cura di Vincenzo Sbrizzi
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italiana uccisa a New York

Si sembrava essere giunti ad una svolta nelle indagini per l'omicidio della studentessa italiana a New York. In tempi rapidissimi, e grazie alle testimonianze dei vicini di casa della 36enne,  la polizia di New York aveva fermato un amico della vittima. Un ragazzo brasiliano di nome Carlos che, secondo le prime descrizioni raccolte, sembrava dovesse corrispondere all'identikit redatto dagli investigatori è stato dagli stessi escluso per il prosieguo delle indagini. Per il New York Police Department non era Carlos nell'appartamento di Rita Morelli la sera del delitto.

Un uomo è stato visto nella veranda della giovane studentessa italiana. Né urla né segni di effrazione dalla e nella abitazione della giovane. La polizia allora ha indirizzato le indagini su persone che la vittima conosceva e che aveva fatto entrare in casa al momento del delitto. Non si tratta però dell'amico brasiliano che interrogato sul punto dagli agenti ha fornito un alibi convincente per la sera del delitto.

Continuano allora le ricerche per risolvere il caso in tempi brevi per quello che è stato un efferato delitto. Contro un'italiana come non accadeva da venti anni a New York nonostante la massiccia presenza di italiani in città. Il killer ha colpito con tre coltellate la vittima uccidendola sul colpo. Due colpi al petto e uno alla gola dopo aver provato prima a strangolarla. Un omicidio premeditato nei confronti di una ragazza benvoluta da tutto il vicinato del suo appartamento nell'East Harlem.

Ancora sotto shock il fidanzato messicano che viveva con lei e che è stato il primo a giungere sul luogo del delitto. Con lei condivideva anche il lavoro nel ristorante italiano Cafè Buon Gusto dove si erano conosciuti. La polizia ha sentito anche il proprietario del locale per avere ulteriori spunti investigativi e farà lo stesso nell'Hunter College dove la 36enne si sarebbe dovuta laureare il prossimo anno. Resta accreditata l'ipotesi secondo cui la giovane di origine pescarese conoscesse il suo aggressore.

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