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Italia vendesi: il patrimonio statale all’asta per ridurre il debito pubblico, ma è mistero sul valore del tesoretto di Tremonti

Il debito pubblico italiano è di 1800 miliardi di euro, dalla vendita del patrimonio statale il ministro dell’economia, Giulio Tremonti, si auspica di ricavare 900 miliardi. La cifra è approssimativa perché soltanto metà dei beni è stata censita, mentre Coldiretti denuncia che la vendita dei terreni agricoli ai privati permetterebbe di guadagnare oltre 6 miliardi di euro.
A cura di Alessio Viscardi
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Italia vendesi: il patrimonio statale all’asta per ridurre il debito pubblico, ma è mistero sul valore del tesoretto di Tremonti

Vendere il patrimonio immobiliare italiano per mettere una toppa al baratro del debito pubblico, che in Italia vale oltre 1800 miliardi di euro. Così, Giulio Tremonti ha abbattuto l’ultimo tabù dell’economia italiana e pensa di mettere all’asta beni e infrastrutture che allo Stato comportano più costi che entrate. Una prima stima, molto approssimativa, indica che 900 miliardi di euro potrebbero essere racimolati in questo modo, ma il censimento sui beni dello Stato riguarda soltanto il 50% del totale e il loro valore potrebbe essere molto sottostimato. Il rischio, evocato da molti, è che si svendano parti importanti dell’economia, ricavandone molto poco.

Non esiste un quadro preciso del patrimonio pubblico italiano, così come denuncia il Dipartimento del Tesoro alla Commissione parlamentare Finanze. Il censimento dei beni non è ancora terminato, il 31 marzo 2011 la prima parte dell’indagine aveva rivelato che nella disponibilità delle amministrazioni vi erano oltre 530 mila immobili, 760 mila terreni e circa 13 miliardi di metri quadrati di suolo. Le amministrazioni censite sono soltanto la metà del totale, quindi il dato è parziale.

Vendere così, viene denunciato da più parti, vorrebbe dire farlo alla cieca, senza avere il quadro del patrimonio totale. È il capo della Direzione VIII del Dipartimento, Stefano Scalera, a sottolineare la problematica: “Non si può parlare di un’adeguata valorizzazione del patrimonio senza averne un’approfondita conoscenza”.

Allo studio c’è la possibilità di una cartolarizzazione dei beni: sarebbero tutti acquistati da una società-veicolo che avrebbe poi il compito di rivenderli sulla piazza internazionale. Al ministero del Tesoro sarebbero emesse obbligazioni in grado di fornire un immediato flusso di cassa. Questa opzione, sottolinea Thomas Mackinson sulle pagine de Il Fatto Quotidiano, ricorda le ultime due cartolarizzazioni di immobili pubblici avviate negli anni scorsi, le cosiddette Scip1 e Scip2 – per le quali ci sono voluti 10 anni per effettuare il censimento dei beni, garantendo allo Stato soltanto 6.9 miliardi di euro.

Lo stesso censimento dei beni pubblici è reso difficile dalla ritrosia con cui le amministrazioni locali comunicano la destinazione d’uso degli stessi, che spesso è incongruente – cioè, spesso immobili che sono indicati come utilizzati dall’ente, non hanno alcun personale destinato e sono di fatto abbandonati. La cosa più inquietante è che, mentre si parla di amnistia a causa del sovraffollamento delle carceri italiane, il patrimonio dell’edilizia penitenziaria registra oltre 40 istituti in disuso.

Il Conto generale del patrimonio, documento stilato dalla Ragioneria generale dello Stato, avrebbe il compito di aggiornare di anno in anno il censimento dei beni di proprietà statale. Nonostante ciò, non si era mai creato un insieme comune di informazioni sulla totalità di questo patrimonio.

La Coldiretti dichiara che lo Stato sarebbe proprietario di 338 mila terreni agricoli, che sono gestiti da enti pubblici e amministrazioni. Il loro valore ammonterebbe a 6 miliardi di euro. Secondo l’associazione, la vendita di questi terreni potrebbe finanziare le misure previste dal Decreto sviluppo che l’Unione Europea chiede a gran voce al Governo italiano. Il dossier “Stato Agricoltore” redatto da Coldiretti – sostiene il presidente Sergio Marini – rivela che esistono più di 338 mila ettari di terreni nella disponibilità del pubblico. Il valore medio di ogni ettaro è di 18.400€.

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