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Italia peggio del previsto: cala il Pil, cresce il deficit. Letta: “Rientreremo”

Dall’aggiornamento del Def la certificazione dell’ulteriore rallentamento dell’economia italiana: e il rapporto deficit – Pil sfora il limite del 3%.
A cura di Redazione
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È la nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza, approvata dal Consiglio dei ministri di ieri, a ridestare l'attenzione sullo stato dell'economia italiana. A quanto si apprende, infatti, il Governo si è visto costretto a rivedere in negativo le stime del Prodotto Interno Lordo, portandolo per il 2013 a -1,7%. Di conseguenza la previsione è di uno sforamento tendenziale del tetto del rapporto con il deficit che sale al 3,1 percento. Un dato che rappresenta un preoccupante segnale d'allarme per le casse del nostro Paese, anche considerando la fatica con la quale si era riusciti a chiudere la procedura di infrazione dell'Unione Europea per deficit eccessivo. Valutazioni che sono condivise anche dall'Ocse, che ha rivisto al ribasso la crescita del Pil italiano e ha ribadito che l'Italia è il solo paese del G8 in recessione.

Letta però ha cercato di mantenere la calma, riportando la questione a livello globale: "L'interruzione della discesa dei tassi e la ripresa dell'instabilità politica pesa sui conti e per questo non siamo stati in grado di grado di scrivere oggi 3%" nel Documento2. Ma, ha precisato poco dopo, l'impegno del Governo resta quello di rimanere entro il 3%, di rientrare anche attraverso nuovi interventi in modo da onorare i patti con gli altri paesi europei. Dello stesso avviso anche Fabrizio Saccomanni, sempre alle prese con il nodo dell'aumento dell'Iva (al quale il Popolo della Libertà ha legato la sopravvivenza stessa dell'esecutivo delle larghe intese).

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