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L’Italia ha 40 miliardi di buone ragioni per favorire accordo Grecia-Ue

Da Berlino Angela Merkel e Francois Holland tornano a fare pressioni sulla Grecia perchè sia raggiunto un accordo entro fine mese. Secondo alcuni una bozza di riforme tra cui quelle dell’Iva sarebbe già stata inviata a Bruxells: l’Italia ha 40 miliardi di buone ragioni per sperare che possa bastare a mettere d’accordo tutti…
A cura di Luca Spoldi
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L’accordo si troverà, si sta trovando forse si è già trovato. Anzi no, si dovrà ancora discutere ma ci sono speranze per fine mese o per inizio giugno. Sempre che poi un accordo si trovi e non sfumi di nuovo tutto o non intervenga una crisi di liquidità a far precipitare la situazione. La continua alternanza tra dichiarazioni, indiscrezioni, commenti e nuove fughe di notizie riguardo l’eventuale intesa tra la Grecia e la “troika” Ue-Bce-Fmi che consenta di sbloccare l’ultima tranche da 7,2 miliardi di euro (o una sua parte, se come alcuni sospettano l’Fmi si sfilerà all’ultimo momento) prosegue mentre non si capisce chi stia dicendo il vero e chi facendo solo propaganda.

Stando ai fatti, oggi Alex Tsipras e il suo ministro delle Finanze, Yanis Varoufakis, sono tornati a dichiararsi ottimisti circa il raggiungimento di un’intesa in ambito Ue, intesa che secondo alcune indiscrezioni circolate in giornata sui mercati azionari del vecchio continente (che hanno chiuso in deciso rialzo, aiutati anche dalla notizia che la Bce di Mario Draghi non intende affatto rallentare la sua corsa all’acquisto di bond, semmai conta di incrementarli questo mese così da anticiparsi, prima di rallentare tra giugno ed agosto in coincidenza col calo stagionale dei volumi di scambi sui mercati) potrebbe basarsi su un documento che Atene avrebbe già recapitato a Bruxelles e che conterrebbe finalmente la lista delle proposte di riforme, tra cui l’atteso progetto di revisione dell’Iva.

Mentre in una conferenza stampa il presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker, ha sottolineato che l’accordo potrebbe essere raggiunto “verso la fine di maggio o agli inizi di giugno”, smentendo tuttavia l’esistenza di un “piano Juncker” che preveda una riduzione dei target di bilancio per la Grecia, di cui aveva parlato la stampa negli scorsi giorni, la scadenza di fine maggio è stata ribadita, con toni più perentori, anche da Francois Hollande e Angela Merkel che da Berlino hanno fatto sapere che ribadiranno il messaggio al primo ministro greco Alexis Tsipras quando tutti insieme parteciperanno alla prossima riunione dell’Eurogruppo a Riga, in Lettonia, il 21 e 22 maggio. Una precisazione che di fatto serve a smorzare le attese per una soluzione già giovedì prossimo (come precisato anche da Juncker, ricordando che la riunione non è stata prevista per parlare “se non a margine” della crisi greca).

Per la Merkel in particolare è ora tempo che vengano fatti “progressi decisivi nelle sedi competenti, in particolare nel cosiddetto gruppo di Bruxelles” che comprende i creditori ufficiali e i rappresentanti greci, mentre Hollande ha ricordato che “è nell’interesse di tutti che la Grecia rimanga nella zona euro, quindi è nell’interesse di tutti raggiungere un accordo duraturo”. Che sia interesse anche dell’Italia, che dopo Germania e Francia è il terzo maggior creditore di Atene, non c'è dubbio, visto che il paese è esposto verso Atene per 40 miliardi di euro, pari a 20 volte il rimborso che il governo Renzi ha messo in cantiere per ottemperare almeno in parte alla sentenze della Corte Costituzionale circa la rivalutazione delle pensioni, ossia più del doppio di un eventuale rimborso integrale, o ancora a quasi tra volte il “costo” della clausola di garanzia (16 miliardi di euro) che rischia di scattare dal primo gennaio del prossimo anno sotto forma di un aumento dell’Iva e delle accise se non si troveranno risparmi e tagli per un importo analogo.

Sia come sia, il tempo delle trattative sta per finire (o forse no): a seconda dei giorni la Grecia sembra non avere più liquidità neppure per pagare pensioni e stipendi (che ogni fine mese comportano circa 1,5 miliardi di euro di esborsi) o per poter tirare avanti ancora fino a luglio, quando dovrebbe essere rimborsata almeno una parte dei bond sottoscritti dalla Bce (salvo rinviare il rimborso della parte rimanente come già ha lasciato intendere Varoufakis), ossia l’emissione da 3,5 miliardi di euro in scadenza il 20 luglio prossimo. Perché tutta questa incertezza? Perché di fatto solo Atene sa esattamente di quanta liquidità disponga e se sia disposta ad accettare le condizioni che la Germania e la Ue continuano a chiedere (al netto di qualche concessione marginale che probabilmente verrà fatta). Così a Matteo Renzi, come a Francois Hollande e Angela Merkel, non resta che sperare che questa sia finalmente la volta buona.

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Luca Spoldi nasce ad Alessandria nel 1967. Dopo la laurea in Bocconi è stato analista finanziario (è socio Aiaf dal 1998) e gestore di fondi comuni e gestioni patrimoniali a Milano e Napoli. Nel 2002 ha vinto il Premio Marrama per i risultati ottenuti dalla sua società, 6 In Rete Consulting. Autore di articoli e pubblicazioni economiche, è stato docente di Economia e Organizzazione al Politecnico di Napoli dal 2002 al 2009. Appassionato del web2.0 ha fondato e dirige il sito www.mondivirtuali.it.
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