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Istat, livello record per la disoccupazione che continua a crescere e arriva all’8.9%

A dicembre 2011 un giovane su tre non riusciva a trovare un lavoro e su base annua i disoccupati crescono del 10.9%. Restano senza occupazione 2milioni e 243mila italiani, gli uomini peggio delle donne. È nuovo record negativo per l’Italia.
A cura di Susanna Picone
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A dicembre 2011 un giovane su tre non riusciva a trovare un lavoro e su base annua i disoccupati crescono del 10.9%. Restano senza occupazione 2milioni e 243mila italiani, gli uomini peggio delle donne. È nuovo record negativo per l’Italia.

Due milioni e 243mila italiani alla fine del 2011 non avevano un’occupazione. La questione lavoro resta una delle più spinose nel nostro Paese e gli ultimi dati forniti dall’Istat continuano a parlarci di una situazione tutt’altro che confortante. Se la percentuale registrata a novembre 2011 parlava di un tasso del 8.6%, a dicembre la disoccupazione ha toccato il suo nuovo record: l’8.9% degli italiani non ha un lavoro.

L’istituto di statistica ha parlato di un “peggioramento consistente del mercato”, peggioramento che, ancora una volta, vede in prima linea i giovani: tra coloro che partecipano attivamente al mercato del lavoro, dice l’Istat, uno su tre resta disoccupato. Rispetto ai dati dello scorso novembre, a dicembre il tasso di disoccupazione giovanile si è attestato al 31%, in diminuzione di 0.2% rispetto all’ultimo dato. Per quanto riguarda le differenze di genere va un po’ meglio per le donne: di quei due milioni e più di disoccupati, infatti, 1.243 sono di sesso maschile – per gli uomini la mancanza di lavoro si fa sentire ancora di più – mentre il restante milione sono donne. In totale sono in ventimila in più rispetto al mese precedente.

I numeri relativi all’occupazione sono invece sostanzialmente invariati rispetto a novembre: a dicembre erano 22milioni e 903mila gli italiani con un lavoro, riguardo a prima, appunto, con una crescita dell’occupazione femminile a discapito di quella maschile. In percentuale il 2011 si è dunque chiuso con un tasso di occupazione pari al 56.9% e con un tasso di inattività al 37.5%. È questo un dato che allarma molto soprattutto se si prendono in considerazione i vecchi dati Istat e si scopre che per ritrovare un tasso così alto bisogna tornare indietro al terzo trimestre del 2001.

In Germania la disoccupazione è scesa ai minimi storici

Decisamente meglio di noi la Germania dove, dopo gli ultimi dati già confortanti, il tasso di disoccupazione è sceso ancora a gennaio raggiungendo il dato più basso da venti anni. Il rapporto tra le persone in cerca di lavoro e forza lavoro è sceso al 6.7% destagionalizzato dal 6.8 di dicembre e il numero di disoccupati è calato a gennaio di 34mila unità a 2.85 milioni. Dati, in Germania, decisamente migliori anche rispetto alle previsioni degli economisti.

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