Istat, il 60% degli italiani non ha mai letto un libro: la guerra è persa, arrendiamoci
La guerra per la lettura, almeno a sentire i dati dell'Istat commentati in un incontro a Tempo di Libri, la prima fiera del libro di Milano, nello spazio della fiera di Rho, è persa. Rispetto al 2010, infatti, in Italia oggi ci sono oltre 4 milioni di lettori di libri in meno. Nel 2016 sono circa 33 milioni le persone con più di 6 anni che non hanno letto nemmeno un libro di carta in un anno, il 57,6% della popolazione. Dato più o meno simile era stato toccato nel 2000, a fronte però di un'alfabetizzazione e un livello medio di istruzione comunque più alto di allora, il che significa che l'uso dello smartphone e delle nuove tecnologie concorrenziali rispetto all'oggetto-libro, hanno inciso e non poco sul numero di lettori e sulla diffusione dei libri tra gli italiani.
I bambini leggono di meno, al Sud è sprofondo rosso
Tra i bambini, l'aumento dei non lettori di libri è stato più forte tra i 6-10 anni (+9,3%), tra gli 11-14 anni (+13,9%.) e tra i 15-17 anni (11,7%). La prevalenza di non lettori è al Sud con il 69,2%, con una punta del 73% in Calabria, il +13% rispetto al Centro (55,8%) e il +19% rispetto al Nord (49,7%). Un'eccezione è rappresentata dalla Sardegna dove i non lettori sono il 51,8%, cioè a livelli inferiori alla media nazionale.
I lettori sono soprattutto maschi e over 75
Tra i lettori, a leggere di più sono soprattutto maschi: il 64,5% rispetto al 51,1% delle femmine. Tra gli uomini dai 25 ai 74 anni si attestano sul 62-66% e arrivano al 72,9% nella fascia dai 75 anni e più. Al contrario le donne non lettrici superano il 50% solo nella fascia oltre i 65 anni. Tra 11 e 24 anni le non lettrici sono il 38-42% e dai 25 anni la quota inizia a crescere, ma si mantiene sotto il 50% fino ai 64 anni.
"Un paese senza lettori è un paese che non cresce"
Giovanni Peresson, responsabile dell'Ufficio studi Aie e curatore del programma professionale di Tempo di Libri, ha dichiarato:
Continuiamo a essere un mercato piccolo per confrontarsi con le altre grandi editorie europee. I bassi indici di lettura a loro volta influiscono sui fattori di innovazione del Paese e sulla sua crescita economica.
Una di quelle ineludibili verità, che bisognerebbe tenere in conto quando si programmano interventi relative alla diffusione e alla promozione della lettura. Come dargli torto.