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Isis, giallo sulla morte dell’ostaggio Usa. I genitori: “Contattateci in privato”

Secondo i jihadisti la cooperante americana Kayla Jean Mueller sarebbe rimasta vittima dei bombardamenti giordani nei territori dell’Isis. Ma il Pentagono non conferma e i suoi genitori lanciano un appello: “Vi imploriamo di contattarci in privato”.
A cura di Susanna Picone
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È giallo sul destino di Kayla Jean Mueller, la cooperante 26enne americana che secondo l’Isis sarebbe stata uccisa nei bombardamenti giordani. Lo Stato Islamico ha annunciato la morte della donna in un raid aereo giordano parte della pesante rappresaglia per la morte del pilota di Amman bruciato vivo dai terroristi. La notizia è stata lanciata dalla direttrice di Site Rita Katz ma il Pentagono ha detto che per il momento non ci sono prove. Nel frattempo la Giordania ha parlato di una “montatura” per spaccare la coalizione. Kayla Jean Mueller secondo il Califfato “è rimasta uccisa quando un aereo giordano ha colpito l’edificio dove si trovava nel governatorato di Raqqa, in Siria”. I genitori della giovane americana continuano a sperare che la ragazza sia ancora viva e per questo hanno lanciato un appello all’Isis. “Siamo fiduciosi che Kayla sia viva, vi imploriamo di contattarci in privato”, così la mamma e il papà della 26enne ai leader dello Stato Islamico a cui chiedono di trattarla come “ospite”.

L’appello dei genitori di Kayla Jean Mueller

Citando comunicazioni precedenti con l'Isis, i genitori di Kayla Jean Mueller hanno annunciato di avere deciso di rompere il silenzio a seguito della notizia della morte della figlia. “Questa notizia ci lascia preoccupati, ma siamo ancora fiduciosi che Kayla sia viva. Vi abbiamo mandato un messaggio privato e vi chiediamo di risponderci privatamente. Ci avete detto di avere trattato Kayla come vostra ospite, come vostra ospite la sua sicurezza ed il suo benessere sono vostra responsabilità”, così ai jihadisti. Kayla Jean Mueller è stata rapita in Siria nell'agosto del 2013 mentre lavorava come volontaria dell'ong “Support to Life” all'ospedale spagnolo di Medici Senza Frontiere ad Aleppo. La 26enne rappresenta l'ultimo ostaggio americano nelle mani dell'Isis – le autorità non avevano mai rivelato il suo nome – e per lei è stato chiesto un riscatto da 6,6 milioni di dollari.

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