Isabella Noventa, Debora Sorgato resta in carcere. Per il giudice non collabora
Resta in carcere Debora Sorgato, una delle tre persone arrestate per l’omicidio di Isabella Noventa. Ieri il giudice per le indagini preliminari Cristina Cavaggion ha respinto la richiesta di scarcerazione che la Sorgato, arrestata insieme al fratello Freddy e alla tabaccaia Manuela Cacco, aveva inviato dal penitenziario femminile di Verona. A quanto pare a far pendere la bilancia di pm e gip per un parere negativo alla richiesta di libertà presentata dalla detenuta è stata la stessa lettera scritta da Debora Sorgato. Una lettera nella quale la donna avrebbe solo scritto di “essere innocente” e di voler tornare a casa per poter accudire suo figlio. Di Isabella Noventa, la donna scomparsa a gennaio nel Padovano, non avrebbe detto nulla. Quindi secondo il giudice la Sorgato non sta collaborando per cui non merita misure alternative al carcere. Cavaggion ha confermato che rimangono in piedi i “gravi indizi di colpevolezza e le esigenze cautelari” indicate nell’ordinanza di custodia cautelare che, il 18 febbraio scorso, ha spedito in carcere i fratelli Sorgato e Manuela Cacco.
Debora Sorgato sospettata di essere l’esecutrice materiale del delitto
Debora Sorgato è sospettata di essere l’esecutrice materiale dell’omicidio di Isabella Noventa. O almeno è quanto ha raccontato Manuela Cacco, un racconto ritenuto credibile dalla procura. Secondo la tabaccaia, che ha subito ammesso di aver partecipato alla messinscena del piumino bianco, Debora avrebbe ucciso Isabella nella villetta di via Sabbioni 11 a Noventa Padovana di proprietà del fratello Freddy Sorgato. L’uomo, secondo la Cacco, non avrebbe partecipato materialmente al delitto ma appunto la segretaria di Albignasego sarebbe stata uccisa a colpi di martelletto da Debora. Il cadavere della donna, nonostante le ricerche di questi mesi, non è mai stato ritrovato.