IPCC, entro il 2050 l’80% dell’energia mondiale dalle rinnovabili
Mentre il mondo, dopo il terribile terremoto e lo tsunami che lo scorso 11 marzo hanno sconvolto il Giappone (danneggiando gravemente la centrale di Fukushima), inizia a dubitare sull'effettiva utilità dell'energia nucleare, un rapporto speciale dell'Ipcc, il Panel intergovernativo sui cambiamenti climatici dell'ONU appena presentato ad Abu Dhabi, negli Emirati Arabi Uniti, afferma che l’80% del fabbisogno energetico mondiale potrebbe essere soddisfatto dalle energie rinnovabili entro il 2050.
Il rapporto intitolato "Special report on renewable energy sources" prevede la possibilità di arrivare a un contributo di quasi l'80% del fabbisogno energetico mondiale grazie allo sviluppo di energie rinnovabili come quella, solare, geotermica, idraulica, marina ed eolica. Secondo gli scienziati, un risultato così importante potrebbe essere raggiunto sfruttando appena il 2,5% del potenziale energetico rinnovabile e utilizzando anche solamente le tecnologie attualmente disponibili. Lo studio dell'IPCC sostiene che le energie rinnovabili hanno soddisfatto il 12,9% della domanda globale di energia nel 2008, ma la gran parte di questo contributo è stata assicurata dalle biomasse, sotto forma, in particolare nei Paesi meno sviluppati, di legna da ardere. Nettamente inferiore il contributo dell'energia idroelettrica (2,3%), mentre altre fonti rinnovabili contribuiscono in maniera trascurabile (l'eolico, ha assicurato solamente lo 0,2% della domanda di energia primaria mondiale).
Il direttore generale dell'Agenzia Internazionale delle Energie Rinnovabili (IRENA), Adnan Amin, ha segnalato che "secondo il rapporto, lo sviluppo del settore dell'energia rinnovabile è inevitabile ed indispensabile per il futuro del mondo". Per raggiungere, però, gli obiettivi prefissati, come ha sottolineato la stessa IPCC, sarà indispensabile il sostegno dei governi internazionali con politiche adeguate. Infatti proprio le azioni dei governi, spesso poco attenti alle tematiche ambientali, rappresentano uno degli ostacoli principali per poter arrivare, entro il 2050, ad un mondo non più tristemente dipendente da petrolio e nucleare
Proprie le barriere politiche, precisa l'IPCC potrebbero, nel peggiore dei casi, bloccare lo sviluppo delle rinnovabili e fargli raggiungere entro il 2050 il traguardo, misero, del 15% sul fabbisogno energetico mondiale. Più ottimisticamente, invece, il rapporto, come ha informato l'agenzia Reuters, sostiene che grazie all'aumento di energie rinnovabili, le emissioni di anidride carbonica dovrebbe scendere a meno di 560 miliardi di tonnellate tra il 2010 e il 2050, rispetto ai 1.530 miliardi di tonnellate complessive che, invece, verrebbero rilasciate dalle centrali alimentate con carburanti fossili e dalle industrie tradizionali.