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Intervista a Papa Francesco: “Aborto? Misericordia per le donne pentite”

“Sono un peccatore al quale il Signore ha guardato”, così Papa Francesco si definisce nel corso di una lunga intervista, la prima del suo pontificato, concessa a “La Civiltà Cattolica” di Antonio Spadaro. Bergoglio parla dei gay, delle donne che hanno abortito e dei divorziati.
A cura di Susanna Picone
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È un’intervista lunga e che tocca molteplici aspetti quella che Papa Francesco ha concesso a “La Civilità Cattolica” di padre Antonio Spadaro. Si tratta della prima intervista del Pontefice: Francesco ha avuto tre lunghi colloqui ad agosto col direttore Spadaro nel suo studio privato di Santa Marta e ha tracciato un identikit di se stesso e ha parlato della sua idea della Chiesa. Quanto detto dal Papa è stato pubblicato da La Civilità Cattolica e in contemporanea su altre 16 riviste della Compagnia di Gesù di altrettante nazioni. “Sono un peccatore al quale il Signore ha guardato”, così il primo papa gesuita della storia facendo riferimento a se stesso. Il Papa parla di sé, del suo viaggio in Brasile, del suo amore per il contatto diretto con la gente. Spiega anche perché non ha scelto di abitare negli appartamenti papali: “È come un imbuto al rovescio. È grande e spazioso ma l’ingresso è davvero stretto. Si entra col contagocce e io senza gente non posso vivere”.

La formazione da gesuita – Bergoglio spiega di aver capito quanto sia importante “la consultazione”: “I Concistori, i Sinodi sono luoghi importanti per rendere vera e attiva questa consultazione. Bisogna renderli meno rigidi nella forma. Voglio consultazioni reali, non formali”. Francesco spiega come la formazione da gesuita lo aiuti a vivere meglio il suo ministero e parla delle riforme: “Molti pensano che i cambiamenti e le riforme possano avvenire in breve tempo. Io credo che ci sia sempre bisogno di tempo per porre le basi di un cambiamento vero, efficace. E questo è il tempo del discernimento. E a volte il discernimento invece sprona a fare subito quel che invece inizialmente si pensa di far dopo. Ed è ciò che è accaduto anche a me in questi mesi”. Parla della sua idea della Chiesa che deve essere Madre e Pastora: “La Chiesa è feconda, deve esserlo. Quando mi accorgo di comportamenti negativi di ministri della Chiesa o di consacrati o consacrate, la prima cosa che mi viene in mente è: ‘ecco uno scapolone', o ‘ecco una zitella'. Non sono né padri, né madri. Non sono stati capaci di dare vita”.

Chiesa ospedale da campo – La Chiesa, per Bergoglio, deve essere capace di curare le ferite e di riscaldare il cuore dei fedeli. E per Francesco bisogna cominciare dal basso: “Io vedo la Chiesa come un ospedale da campo dopo una battaglia. È inutile chiedere a un ferito grave se ha il colesterolo e gli zuccheri alti! Si devono curare le sue ferite. Poi potremo parlare di tutto il resto”. E i ministri della Chiesa devono essere innanzitutto ministri di misericordia. La prima riforma – secondo Francesco – deve essere quella dell’atteggiamento: “I ministri del Vangelo devono essere persone capaci di riscaldare il cuore delle persone, di camminare nella notte con loro, di saper dialogare e anche di scendere nella loro notte, nel loro buio senza perdersi”.

Omosessuali e divorziati – Nel corso dell’intervista si parla anche di temi “scottanti” per la Chiesa: dagli omosessuali ai divorziati e alle donne che scelgono di abortire. A proposito dei gay spiega: “Dobbiamo annunciare il Vangelo su ogni strada, predicando la buona notizia del Regno e curando, anche con la nostra predicazione, ogni tipo di malattia e di ferita. A Buenos Aires ricevevo lettere di persone omosessuali, che sono feriti sociali perché mi dicono che sentono come la Chiesa li abbia sempre condannati. Ma la Chiesa non vuole fare questo”. Francesco ricorda anche di quanto egli stesso ha detto tornando dal Brasile e cioè che se una persona omosessuale è di buona volontà e in cerca di Dio non può essere giudicata. Bisogna sempre considerare la persona secondo Francesco: “Qui entriamo nel mistero dell’uomo”.

L’aborto e la donna nella Chiesa – E in merito all’aborto il Papa invita alla misericordia se la cosa “le pesa enormemente” e se “è sinceramente pentita”: “Il confessionale – dice il Papa – non è una sala di tortura, ma il luogo della misericordia nel quale il Signore ci stimola a fare meglio che possiamo. Penso anche alla situazione di una donna che ha avuto alle spalle un matrimonio fallito nel quale ha pure abortito. Poi questa donna si è risposata e adesso è serena con cinque figli. L’aborto le pesa enormemente ed è sinceramente pentita. Vorrebbe andare avanti nella vita cristiana. Che cosa fa il confessore?”, si domanda il Papa. Un riferimento anche al tema della donna nella Chiesa: “Il genio femminile è necessario nei luoghi in cui si prendono le decisioni importanti. La sfida oggi è proprio questa: riflettere sul posto specifico della donna anche proprio lì dove si esercita l’autorità nei vari ambiti della Chiesa”.

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