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Inps, Boeri: “Taglio del 50% per i vitalizi dei politici sopra 80mila euro”

La proposta del presidente dell’Inps per trovare risorse da destinare agli esodati: “Il riferimento non è l’importo della pensione, ma a quelle che in passato possono essere state situazioni di privilegio”.
A cura di Antonio Palma
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Una riduzione fino al 50% per i vitalizi dei politici oltre 80-85mila euro all'anno lordi, è questa la proposta che il presidente dell'Inps Tito Boeri si prepara a fare al governo nell'ambito di un pacchetto complessivo di riforme delle pensioni. Intervistato da Lucia Annunziata nel corso della trasmissione "In mezz'ora", Boeri ha spiegato che si stratta di una misura che andrebbe a toccare oltre ai politici anche altre categorie come "dirigenti di aziende e personale delle Ferrovie dello Stato" che hanno pensioni molto alte. La platea coinvolta quindi alla fine sarebbe piccola, "circa 200mila persone", ma sarebbe comunque un segnale importante secondo il numero uno dell'Inps. "A chi ha importi elevati e ha goduto di trattamenti di favore è giusto richiedere un contributo, anche se limitato, parziale", ha dichiarato Boeri, spiegando che il quadro previdenziale italiano impone interventi sui trattamenti pensionistici alti avendo come riferimento non l'importo della pensione ma il rapporto tra i contributi versati e la pensione stessa, che in passato può aver creato "situazioni di privilegio".

Risorse da destinare poi a risolvere l'annoso problema degli esodati che per Boeri non è ancora concluso. "Il tema è stato affrontato in modo tale per cui rischiamo di avere uno strascico: già ci sono forti pressioni per una ottava salvaguardia" ha sottolineato Boeri, ricordando che la settima salvaguardia costerà circa 1,5 miliardi, ma che la platea si continua ad allargarsi e che "la pressione sarà sempre forte fin quando viene garantito un trattamento di vantaggio". Invece per il Presidente Inps ci si dovrebbe "preoccupare dei veri esodati, soprattutto i lavoratori di piccole imprese dove non c'erano accordi, che semplicemente sono stati licenziati e non sono mai stati coperti, che si trovano tra i 55 e i 65 anni e che si sono ridotti in povertà. Lì bisognerebbe trovare strumenti di sostegno al reddito".

Secondo Boeri una soluzione potrebbe essere la cosiddetta flessibilità in uscita, ma "per farlo dobbiamo dare una pensione più bassa a chi va in pensione prima". Proprio su questo tema Boeri non ha nascosto la sua delusione sulla manovra del governo spiegando che poco o nulla è stato fatto "se non l’impegno a riprendere il tema nel 2016". "La nostra idea è che vada fatta una ultima riforma delle pensioni" guardando "alla sostenibilità sociale" perché "c'è un problema di iniquità che va affrontato" ha concluso Boeri.

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