WhatsApp può ascoltarci mentre dormiamo?
Foad Dabiri è un ingegnere di Twitter. E già questa è quasi una storia, visto che dopo i licenziamenti decisi da Elon Musk non sono rimasti in molti a lavorare a questo social network. Il 6 maggio Dabiri ha pubblicato un tweet che riapre un sospetto che torna ciclicamente fra chi ha uno smartphone in tasca. Le app che hanno accesso al nostro microfono sono in grado di ascoltarci? Questa volta il dubbio non è arrivato da una pubblicità particolarmente azzeccata ma da un controllo sull’uso del microfono da parte di WhatsApp. “WhatsApp ha utilizzato il microfono in background, mentre dormivo e poi ancora da quando mi sono svegliato alle 6 del mattino (e questa è solo una parte della timeline!) Cosa sta succedendo?”. In allegato Dabiri ha pubblicato anche uno screenshot in cui si vedono tutti gli orari in cui WhatsApp ha avuto accesso al microfono. Si vedono accessi molto ravvicinati, tutti a pochi minuti di distanza, dalle 4:20 alle 6:53 del mattino.
La risposta di Elon Musk
Elon Musk ha notato la denuncia del suo ingegnere e ha commentato: “Non possiamo fidarci di WhatsApp”. Forse è solo un caso, ma le denuncia sull’inaffidabilità di WhatsApp è stata particolarmente tempestiva, visto che il giorno dopo Musk ha lanciato un nuovo piano di messaggistica per Twitter in cui sono incluse anche messaggi i vocali. Senza contare risposte ai messaggi e nuove emoji. Praticamente un nuovo WhatsApp, ma su Twitter.
Il microfono di WhatsApp e la versione della piattaforma
Tra i tanti retweet che hanno contribuito a diffondere il tweet di Dabiri c’è anche quello dell’account ufficiale di WhatsApp che ha fornito la sua versione. L’applicazione, una delle punte del tridente di Mark Zuckerberg, ha spiegato che si tratta solamente di un bug registrato sugli smartphone Android: “Pensiamo che si tratti di un bug su Android che riporta erroneamente delle informazioni nella dashboard della privacy. Abbiamo chiesto a Google di indagare e rimediare”.
E aggiunge: “Gli utenti hanno il pieno controllo sulle impostazioni del microfono. Una volta concessa l'autorizzazione, WhatsApp accede al microfono solo quando un utente effettua una chiamata o registra una nota vocale o un video e anche in questo caso, queste comunicazioni sono protette dalla crittografia end-to-end in modo che WhatsApp non possa ascoltarle”. In altri tweet Dabiri ha svelato anche il modello del suo smartphone che, secondo la versione di WhatsApp, avrebbe contribuito a creare questo incidente: è il Pixel 7 Pro, l’ultimo modello dello smartphone prodotto direttamente da Google.