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Intelligenza artificiale (IA)

“Vogliono creare un Dio dell’intelligenza artificiale”: cosa dice la profezia di Mark Zuckerberg

Per il fondatore di Facebook il problema delle Big Tech è che vogliono creare “un’unica vera intelligenza artificiale”. Il modello sviluppato da Meta, invece, punta a creare tante IA quante sono le esigenze di creatori di contenuti e piccole aziende. Non solo una metafora, ma anche un dato di fatto: per diversi protagonisti del mondo della tecnologia, una divinità artificiale sta arrivando.
A cura di Velia Alvich
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YOUTUBE | Un frame dall'intervista di Mark Zuckerberg a Kane Sutter
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Un'orda di fedeli che si inchinano di fronte a un solo essere onnisciente e onnipotente. Non possiamo guardarlo in faccia, ma solo testimoniare i suoi miracoli. La sua conoscenza è superiore a quella umana. Le sue capacità sono quasi infinite. Sembra quasi una divinità, ma in realtà è solo l'intelligenza artificiale (IA).

Per Mark Zuckerberg, fondatore di Facebook e Ceo di Meta, il problema sta tutto qui: le altre aziende della tecnologia stanno creando un'intelligenza artificiale simile al Dio di una religione monoteista.

Perché Zuckerberg non vuole che sia creata "un'unica vera IA"

"È quasi come se volessero creare Dio o qualcosa di simile". Ha detto Zuckerberg in un'intervista a Kane Sutter (@Kallaway su YouTube). Il riferimento è alle aziende concorrenti come Google e OpenAI che con le loro Gemini e ChatGPT sembrano avere scelto la via "monoteista" delle IA. "Trovo molto scoraggiante quando le persone nel settore della tecnologia parlano di creare ‘un'unica vera IA'", ha confessato.

Un approccio diverso rispetto a quello di Meta, che invece punta a un approccio "politeista" alle intelligenze artificiali. "La nostra visione complessiva è che con l'IA non parliamo di una cosa per cui dovrebbe esserci un solo esemplare", spiega. "Le persone vogliono interagire con un sacco di persone e aziende diverse e c'è bisogno di creare tante IA diverse che riflettano gli interessi di persone differenti". Insomma, non vedremo mai un super-chatbot targato Meta che può svolgere ogni compito o rispondere a ogni domanda.

Piuttosto, tante IA quante sono le necessità dei creatori di contenuti e delle piccole aziende: creare un modello che può essere personalizzato per "per aiutare a interagire con la community e con i clienti", per esempio. Niente divinità vere e proprie, quindi, ma un modello di business. O almeno è così nel discorso di Zuckerberg. Perché non tutti scherzano quando si accosta la religione all'IA.

La religione dell'intelligenza artificiale e la creazione di un "Dio IA"

Non è la prima volta che si accosta il concetto di divinità a quello di intelligenza artificiale. Un dipendente rimasto anonimo di un'azienda della Silicon Valley lo ha confermato a Vanity Fair: "Stiamo creando Dio. Stiamo creando macchine coscienti". Lo stesso Ceo di Mistral, il large language model francese, viaggia sulla stessa lunghezza d'onda. "Tutto il discorso dell'intellligenza artificiale generale (AGI) riguarda la creazione di Dio. Ma io sono un ateo convinto. Quindi non credo nell'AGI", aveva detto Arthur Mensch in un'intervista al New York Times.

Che si tratti di una vera "invenzione di Dio" o di una metafora, c'è chi ne ha approfittato per creare una vera e propria religione basata sull'intelligenza artificiale: si chiamava Way of the Future (la strada del futuro) ed era una chiesa dedicata proprio all'intelligenza artificiale. Fondata da Anthony Levandowski, ex dipendente Google, la chiesa è stata "chiusa" nel 2021. Ma appena due anni dopo, nel pieno della rivoluzione delle IA, è rinata dalle sue stesse ceneri.

"Le religioni classiche si basano sul raccontare storie e creare leggende senza prove reali", aveva dichiarato a Bloomberg. "Qui stiamo invece creando qualcosa che le persone possono vedere, che è ovunque e che forse può guidarci ed aiutarci come farebbe Dio".

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