Useremo ancora i social network quando saranno tutti a pagamento?
11,99 dollari al mese per avere una spunta blu su Instagram e Facebook. Ma anche una corsia privilegiata per l’assistenza clienti e la protezione contro gli account clone. Nella sperimentazione sugli account verificati lanciata da Mark Zuckerberg nelle ultime ore c’è molto di più di una strategia di mercato per recuperare qualche punto percentuale di ricavi. C’è la fine di un servizio gratuito che abbiamo pensato troppo a lungo come un bene pubblico.
Chiariamoci. Esattamente come Twitter, chi vorrà continuare a usare Instagram e Facebook senza pagare un euro potrà farlo. E per adesso gli svantaggi sono pochi, l’unico da annotare è che verrà considerato un cliente di seconda fascia. Il rischio però è che le dinamiche cambino. Di fatto si crea una differenza tra clienti e clienti premium. Con il tempo i clienti premium potrebbero acquistare sempre più vantaggi. E alla fine essere un cliente normale potrebbe rendere praticamente impossibile usare il social.
Il bilancio di Meta: come stanno le casse di Mark Zuckerberg
Partiamo dai conti. Come tutte le Big Tech, anche Meta arriva da un anno finanziario disastroso. Da gennaio del 2022 il titolo ha subito il crollo più grosso della sua storia. Le azioni sono passate dai 304 euro il 30 dicembre del 2021 ai 90 euro del 4 novembre 2022. Ora hanno un po’ recuperato e si sono attestate a 166 euro.
La scelta di puntare sul Metaverso non ha premiato. Almeno non ancora. Nel quarto trimestre del 2022 questa divisione ha registrato perdite per 4,28 miliardi di dollari che unite a quelle degli altri trimestri sono arrivati a un ammontare di 13,72 miliardi di dollari. Quelli che ancora crescono invece son gli utenti che utilizzano i social dell’azienda. Secondo Mark Zuckerberg gli utenti attivi giornalmente sono arrivati a due miliardi.
Metaverso a parte, nel 2022 Meta ha chiuso il primo bilancio in flessione dall’inizio della sua storia. I ricavi sono stati di 116,61 miliardi di dollari, più bassi dell’1% rispetto al 2021. In tutto questo Meta ha avviato anche la più grande campagna di licenziamenti dalla sua fondazione. Lo scorso novembre Mark Zuckerberg ha chiesto di lasciare l’azienda a cada dall'azienda 11.000 dipendenti.
Lo stesso destino per tutte le piattaforme
Il concetto di social network ha iniziato a sgretolarsi con l’arrivo dei creator. Quando gli utenti che erano in grado di generare più engagement hanno capito che potevano anche monetizzare dalla loro visibilità collaborando con i brand, i social network hanno cominciato a trasformarsi in palinsesti abitati da persone che volevano entrare in questo business. E insieme a loro sono arrivate anche agenzie, grafici dedicati, social media manager e qualsiasi tipo di professionalità del web.
Secondo un report pubblicato dall’agenzia di stampa Reuters nell’ottobre del 2022 il 90% dei tweet prodotti ogni mese su Twitter sono stati scritti da meno del 10% degli utenti. Un dato del genere è facilmente scalabile anche sugli altri social network, quanti dei contenuti che vediamo su Instagram, TikTok o Facebook sono prodotti dai nostri amici e quanti arrivano invece da creator che lo fanno (o tentano di farlo) come lavoro?
Monetizzare da chi usa i social per lavoro
Meta punta a monetizzare proprio grazie alla presenza dei creator. Chi ha la spunta blu non solo può puntare su un account più sicuro ma in futuro non è difficile pensare che potrà anche avere funzioni in anteprima o maggiore visibilità sull’algoritmo, come già in parte succede ora. Privilegi che potrebbero tenere più lontani dai social gli utenti che hanno giusto una manciata di follower, fatta di amici, parenti e colleghi.
L’effetto sarebbe quello che già vediamo su TikTok o YouTube: la trasformazione dei social network in piattaforme dove noi scorriamo i contenuti dei creator senza che ci venga voglia di pubblicare nulla. In pratica la fine dei social network, visto che a quel punto avremmo davanti solo una palinsesto infinito in cui ogni tanto lasciare un like, scrivere un commento o pubblicare un sondaggio. Una televisione su cui fare zapping, giusto un po' più interattiva.