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Uno squillo, un ok e si rischia il posto di lavoro: cos’è la truffa del Ceo arrivata nelle aziende

Nelle ultime settimane un dirigente di Ferrari è stato chiamato dal Ceo dell’azienda, Benedetto Vigna. La telefonata era stata creata dall’intelligenza artificiale. Il dirigente è riuscito a capire che si trattava di una truffa grazie a una sola domanda.
A cura di Valerio Berra
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Il caso è da manuale. Un dirigente di Ferrari, il nome non è stato diffuso, avrebbe ricevuto nelle scorse settimane un messaggio su WhatsApp da Benedetto Vigna, Ceo dell’azienda. Nel testo si leggeva: “Ehi, hai sentito della grande acquisizione che stiamo pianificando?”. Dal numero poi è arrivata anche una telefonata, tutta fatta con la voce di Vigna. Peccato che Ferrari non abbia nessuna acquisizione in programma o almeno, nessuna acquisizione di cui voler discutere con il dipendente protagonista di questa storia.

Quella che il giornalista Daniele Lepido ha raccontato su Bloomberg è una variante molto sofistica della truffa del Ceo, la truffa che punta a ottenere soldi o beni contattando un dipendente di un’azienda e facendo finta di essere un suo superiore. Una volta aperto questo canale, si può arrivare un po’ ovunque. Si possono chiedere bonifici, informazioni riservate o firme da usare in un altro momento. Come ha raccontato la Polizia di Stato di Verona, una truffa del genere a maggio aveva fatto perdere a un'azienda circa un milione di euro.

Il caso della truffa in Ferrari

Nel caso specifico della Ferrari colpiscono due cose. La prima è che il truffatore che impersonava il Ceo dell’azienda non ha chiesto soldi o informazioni sensibili ma gli è bastato chiedere una firma  su un documento. Nello specifico al telefono ha spiegato alla vittima che aveva bisogno di una firma su un “accordo di non divulgazione” per un affare importante. La seconda è che per clonare la voce è stata utilizzata l’intelligenza artificiale. Di fatto i crimanli hanno usato un deepfake in grado di parlare come il Ceo.

Come riconoscere la truffa del Ceo

In questi casi c’è un modo per capire se si tratta davvero di una truffa. Prima di tutto si parte da un sospetto. Se la persona che vi scrive è un manager molto al di sopra di voi, con cui magari non avete mai lavorato allora è il caso di iniziare ad esaminare bene quello che vi sta chiedendo. Se vi chiede un’operazione che non avete mai fatto o vi parla di un compito di cui non avete mai discusso, forse è il caso di chiedere un doppio controllo.

Nel caso della Ferrari il dirigente che poteva diventare una vittima si è salvato perché ha chiesto al finto Ceo l’ultimo libro che gli aveva consigliato. Il truffatore ha perso la sua copertura e ha interrotto la telefonata. Se non vi consigliate libri con i vostri dirigenti, potete ricorrere ad altri controlli. Chiedere una verifica al vostro superiore diretto, alla segreteria dell’azienda o chiedere dettagli che solo chi lavora davvero in azienda conosce, dall’arredamento degli uffici al menù della mensa.

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