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Intelligenza artificiale (IA)

Un’azienda sta licenziando i suoi dipendenti per sostituirli con l’intelligenza artificiale

Dopo lo stop del Garante della Privacy in Italia, l’Unione europea ha organizzato una task force per regolamentare l’IA generativa e tutelare la privacy degli utenti.
A cura di Elisabetta Rosso
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"Per abbracciare la nuova ondata di contenuti generati dall'intelligenza artificiale (IA), a partire da oggi abbiamo deciso di interrompere tutte le spese per copywriter e designer di terze parti" si legge in una nota della Bluefocus Intelligent Communications Group Co., uno dei più importanti gruppi di media e pubbliche relazioni della Cina. Tradotto: sostituiamo gli uomini con le macchine. Quando ChatGPT ha esordito sul web a novembre molti hanno pensato che fosse l’inizio della fine. C’è chi ha gridato alla disoccupazione di massa e chi ha visto nel chatbot uno strumento utile per evitare i lavori noiosi o meccanici.

Il caso dell’azienda cinese, una società da 3 miliardi di dollari, potrebbe essere un campanello d’allarme che denuncia la volontà di usare l’intelligenza artificiale generativa per massimizzare i risultati riducendo i costi, e a pagare sono in prima linea i lavoratori. In mezzo al caos generato dall’IA, l’Unione europea ha organizzato una task force per creare nuove regole e tutelare gli utenti.

L'azienda che vuole sostituire i lavoratori con l'IA

Bluefocus Intelligent Communications Group Co. vuole sostituire i suoi copywriter e grafici esterni con modelli di intelligenza artificiale generativa, come spiega un promemoria interno del personale visto da Bloomberg News. La società ha infatti contattato Alibaba Group Holding Ltd. e Baidu Inc. chiedendo di poter usare in licenza la loro intelligenza artificiale generativa. A preoccupare è anche la risposta del mercato finanziario. La notizia del promemoria ha innescato un aumento di quasi il 19% delle azioni dell'agenzia. Questo vuol dire che gli investitori considerano attraente una società che sceglie di investire sull’IA e questo potrebbe stimolare le aziende a impiegare la tecnologia nel sistema di produzione.

L’agenzia cinese tra l’altro non è l’unica a sperimentare e investire nei software. Un sondaggio IBM e Morning Consult del 2022 ha mostrato che il 66% delle aziende in tutto il mondo stava investendo nell’intelligenza artificiale, prima ancora dell'esordio di ChatGPT. Il sondaggio ha anche spiegato che le ricerche da parte delle aziende sono state fatte per ridurre i costi e "automatizzare i processi chiave". Non solo, la testata CNET ha già licenziato i suoi giornalisti e ha cominciato a pubblicare articoli scritti dall’intelligenza artificiale. Secondo The Verge, il caporedattore Connie Guglielmo sarebbe diventato il vicepresidente senior della strategia dei contenuti AI dell'azienda.

La task force europea per ChatGPT

Intanto lo stop a ChatGPT del Garante della Privacy in Italia sembra che abbia smosso anche l’Europa, che ha annunciato una task force per intraprendere una politica comune per definire nuove regole sulla privacy per l’intelligenza artificiale. Il Comitato europeo per la protezione dei dati, l’organismo che riunisce i garanti della privacy dei vari stati membri, ha deciso di aprire un tavolo di discussione sul tema. Il successo di ChatGPT è stato troppo veloce, è di fatto la piattaforma con la crescita più rapida della storia, con oltre 100 milioni di utenti attivi al mese. per questo ora si sta cercando di frenare l’ascesa per dare il tempo alle istituzioni di costruire un quadro normativo. In una lettera firmata da oltre 2.000 persone tra cui Elon Musk è stato chiesto infatti di sospendere lo sviluppo della nuova tecnologia in attesa delle nuove regole.

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