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Una madre ha fatto causa a Instagram e Snapchat per il suicidio della figlia 11enne

La causa sostiene che Meta e Snap Inc abbiano progettato e commercializzato “consapevolmente e intenzionalmente” prodotti dannosi per un numero “significativo” di utenti minorenni.
A cura di Lorena Rao
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Il 21 luglio 2021, l'undicenne Selena Rodriguez si è tolta la vita. La vicenda ha avuto luogo a Enfield, in Connecticut, ma per la madre, Tammy Rodriguez, il suicidio è stato causato dai social network: in particolar modo Instagram e Snapchat. Per tale ragione, le due compagnie dietro ai due popolari social, vale a dire Meta e Snap Inc, sono state citate in giudizio. A supportare legalmente la signora Rodriguez vi è il Social Media Victims Law Center (SMVLC), che ha diffuso una dichiarazione, poi riportata dalla BBC. Ecco cosa riporta in relazione alla dipendenza della bambina: "Una terapista ambulatoriale che ha valutato Selena ha osservato che non aveva mai visto una paziente così dipendente dai social".

Uno stato di dipendenza acuito dalla pandemia: a partire dal lockdown del 2020, la bambina ha cominciato a soffrire pesantemente di privazione del sonno e depressione, disagi che l'hanno portata ad usare con maggiore frequenza i social. A tutto questo si aggiungono contenuti di "sfruttamento sessuale", diffusi tra i compagni di classe, che hanno contribuito ad accrescere la depressione.

La causa, che è stata depositata venerdì scorso in un'aula del tribunale federale della California, sostiene che Meta e Snap Inc abbiano progettato e commercializzato "consapevolmente e intenzionalmente" prodotti dannosi per un numero "significativo" di utenti minorenni. Nel dettaglio, "[gli] imputati hanno intenzionalmente creato un pericolo attraente per i bambini piccoli, ma non sono riusciti a fornire adeguate salvaguardie dagli effetti dannosi che sapevano si stavano verificando nei loro spazi digitali"

In una dichiarazione inviata alla BBC, un portavoce di Snap Inc ha solo affermato che la società è "devastata" nell'apprendere del suicidio di Selena, ma ha rifiutato di commentare in modo specifico la causa. "Niente è più importante per noi del benessere della nostra comunità", ha affermato il portavoce, aggiungendo che la società sta lavorando con le organizzazione di salute mentale per fornire strumenti e risorse in-app. Nessuna risposta invece da parte di Meta.

A novembre 2021, l'ex product manager di Facebook, Frances Haugen, ha affermato ai legislatori che l'azienda danneggia i bambini, ma anche che "non apporterà le modifiche necessarie perché ha messo i grossi profitti prima delle persone". Successivamente Mark Zuckerberg, CEO di Meta, ha diffuso una lettera al personale in cui afferma che la compagnia ha a cuore questioni come la sicurezza, il benessere e la salute mentale. Eppure, il suicidio della piccola Selena Rodriguez mostra che la strada da fare è ancora lunga, oltre a dimostrare l'impatto gigantesco e deleterio che le dinamiche dei social media possono avere sulle persone, bambini inclusi.

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