Una catena di giocattoli ha lasciato fare il suo spot all’IA: il risultato è un po’ troppo strano
Nel 1995 l'universo dei giocattoli ha preso vita per la prima volta grazie alla computer grafica (CGI). Era stato Toy Story, il lungometraggio della Pixar, a inaugurare una tecnologia che fino ad allora non aveva avuto molto spazio nel cinema.
Quasi trent'anni dopo, la storia si ripete. Questa volta non sono gli effetti speciali della CGI a dare vita a personaggi fantastici e giocattoli virtuali, ma un'intelligenza artificiale (IA) targata OpenAI. Toys "R" Us, , la catena che vende di giocattoli in tutto il mondo, può vantarsi della prima pubblicità realizzata interamente grazie a Sora Peccato che non tutti abbiano accolto la novità con entusiasmo.
Cosa si vede nella prima pubblicità realizzata con Sora
Il negozio di biciclette, un bambino dagli occhiali tondi, il sogno di vendere giocattoli. Il copione della pubblicità di Toys "R" Us non ha nulla di troppo complesso. Certo, ci sono alcune scene ambientate nel mondo magico dei giochi dove abita anche Geoffrey la giraffa, che negli anni è diventata la mascotte della catena. Ma nulla che non potesse essere ricreato dalla computer grafica.
E invece ogni scena, dalla prima all'ultima, è stata realizzata da Sora. Dalle immagini ambientate nel negozio di biciclette del padre, al sogno in un universo fantastico dove i giocattoli ruotano attorno al bambino.
A un primo sguardo il filmato non sembra neanche così irrealistico. Siamo lontani dai primi esperimenti Solo guardando con più attenzione si cominciano a notare piccoli errori. Dalle biciclette che si compenetrano fra di loro creando geometrie impossibili allo sguardo vuoto e i movimenti innaturali di Charles Lazarus, il bambino che poi ha fondato Toys "R" Us.
Perché il pubblico non ha apprezzato la pubblicità di Toys "R" Us
"Da un lato abbiamo risparmiato un po' di tempo, dall'altro ne abbiamo perso di più", ha spiegato Nik Kleverov, regista a capo di Native Foreign, l'agenzia creativa che ha realizzato la pubblicità. "Una decina di persone hanno lavorato al progetto. Poi abbiamo fatto qualche correzione con gli effetti speciali". Il post su X dove lo spiegava, però, è stato poi rimosso dallo stesso autore, forse assalito dalle critiche.
Il problema più grande non sono gli errori fatti dall'intelligenza artificiale che, tutto sommato, non sono neanche troppo evidenti. Poco più di un anno fa abbiamo fatto i conti con altre pubblicità ben peggiori: per esempio quella intitolata Synthetic Summer, estate sintetica, più simile a un incubo umano che una creazione artificiale. Mani che sbucano ovunque, anche dove non dovrebbero esserci, espressioni diaboliche, movimenti innaturali, bottiglie che non esistono. Un vero mostro animato a tre teste.
Dodici mesi più tardi (anche di meno, se si pensa che Sora è stata annunciata a febbraio di quest'anno), i video realizzati dall'intelligenza artificiale sono migliorati in maniera esponenziale. Una "curva di apprendimento" dei modelli IA che ricorda il salto di qualità fatto per le intelligenze artificiali che generano immagini. Proprio per questo motivo non è difficile pensare che in un futuro non molto lontano il lavoro dei creativi nelle pubblicità (ma anche nel cinema) possa essere sostituito dalle intelligenze artificiali. "Questo è l'intelligenza artificiale in sintesi: persone senza creatività che si danno qualifiche da creativi senza saper fare in realtà nulla", scrive un utente su X. "C'è qualcosa di così cinico nel creare una pubblicità sull'immaginazione illimitata di un bambino e poi crearlo con un'intelligenza artificiale senz'anima", aggiunge un altro.