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Un ristorante ha iniziato a servire un piatto a base di Pokémon: cosa c’è nel menù

Il menu recita “Pokémon Fritti”, anche se in realtà è carne di pollo. Il ristorante si trova in Giappone ed è la sede più grande di una catena di ristoranti cinese chiamata Tafukurou. Un omaggio che cela una storia legata alla TV giapponese.
A cura di Lorena Rao
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C'è un ristorante in cui poter mangiare una pietanza a base di Pokémon. Nel menù c'è un'immagine di una porzione di polpettine fritte di carne con su scritto "Pokémon fritti", venduti al prezzo di 690 yen, circa 4 euro. A scoprirlo è stato un redattore di SoraNews24, portale dedicato alla cultura contemporanea giapponese. Com'è facilmente intuibile, le polpettine non contengono vera carne di Pokémon, dato che parliamo di creautirine fantastiche tratte da un videogioco, ma di carne di pollo. Non si tratta di uno scherzo, ma di una citazione a Pokémon Sunday, show televisivo per bambini di The Pokémon Company, l'azienda dietro al franchise Pokémon. Il ristorante si trova a Kawasaki, in Giappone.

Nel dettaglio, Pokémon Sunday è uno spettacolo di varietà informativo a tema mostriciattoli tascabili, andato in onda tra il 2004 e il 2010 su TV Tokyo, uno dei più importanti canali delle televisione giapponese. In alcune puntate dello show fa capolino proprio il pollo fritto di Tafukurou, catena cinese di cui fa parte il ristorante di Kawasaki, ribattezzato in quell'occasione Pokémon Fritto. Questa è la storia dietro all'omaggio nel menu, riportata al suo interno. Ciò spiega anche il benestare di The Pokémon Company, di solito tempestiva ad intervenire contro l'uso improprio di copyright. Non è il caso del Pokémon Fritto di Kawasaki.

POKÉMON FRITTO | La foto del menu fatta dal redattore di SoraNews24 in cui appare il Pokémon Fritto
POKÉMON FRITTO | La foto del menu fatta dal redattore di SoraNews24 in cui appare il Pokémon Fritto

L'origine dei Pokémon

Sebbene i Pokémon siano esplosi con il cartone animato (che in Italia ha debuttato nel 2000 su Italia 1), in realtà la loro origine è da rintracciare nei videogiochi. Nel 1996, il Game Boy, la console portatile di Nintendo, accoglie Pokémon Verde e Pokémon Rosso su Game Boy, giochi in cui dover catturare 151 creature tascabili ideate da Satoshi Tajiri, oggi game designer iconico per aver partorito la serie, alla cui ispirazione di base c'è il mondo degli insetti. Sin dal lancio in Giappone il successo di Pokémon Rosso e Verde è incredibile, replicato con l'arrivo dei due giochi anche in Occidente nel 1998, con la sola differenza che l'edizione Verde diventa Blu. Il resto è storia. Oggi il franchise ha sulle spalle 27 anni (per i 25 c'è stata grande festa) ed ha ancora una potenza immaginifica e di marketing che ha pochi rivali, con incassi che hanno un valore stimato di 92 miliardi di dollari.

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