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Un gruppo di italiani ha fotografato il Divoratore di Galassie: la storia dello scatto eccezionale

Il team ShaRA è stato fondato dall’ingegnere Alessandro Ravagnin e sono tutti appassionati di fotografia spaziale. Per realizzare lo scatto arrivato in finale agli Astronomy Photographer of the Year hanno noleggiato un telescopio che si trova nell’Osservatorio di Rio Hurtado, in Cile.
A cura di Valerio Berra
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L’Astronomy Photographer of the Year è uno dei premi più noti per la fotografia astronomica. Ogni anno vengono celebrati gli scatti migliori firmati sia da professionisti che da appassionati. È organizzato dall’Osservatorio Reale di Greenwich. Anche solo entrare nella selezione finale non è semplice. La fotografia spaziale non richiede solo occhio ma anche una buona conoscenza di quello che succede fuori dalla nostra atmosfera. L’universo è immenso, bisogna sapere dove guardare.

Tra le 19 immagini che sono arrivate in finale nell’edizione del 2024 ci sono parecchi soggetti. Ci sono aurore boreali che disegnano la sagoma di un drago, ci sono immagini ravvicinate delle esplosioni che punteggiano la superficie del Sole e ancora nebulose che assomigliano a montagne circondate da nebbia. E poi c’è il Divoratore di Galassie, uno scatto realizzato da un team fondato da un italiano.

Come è stato realizzato The Galaxy Devourer

Lo scatto The Galaxy Devourer (Il Divoratore di Galassie) è firmato dal team ShaRA (Shared Remote Astrophotography). A guidarlo c’è Alessandro Ravagnin, un ingegnere veneziano. Ravagnin ha spiegato all’Agenzia Stampa Ansa come è nato questo scatto. Il soggetto del The Galaxy Devourer è un “complesso di nebulosità e polvere nella costellazione australe della Poppa”. Lo scatto è stato realizzato sfruttando un Osservatorio che si trova a Rio Hurtado, in Cile. Il gruppo di atrofici ha noleggiato lo strumento, ha scattato le foto e poi ha selezionato ed elaborato lo scatto migliore.

Il complesso fotografato dal gruppo ShaRA ricorda un mostro spaziale. Come conferma lo stesso Ravagnin nella descrizione ufficiale del concorso: “Si tratta del verme cosmico delle sabbie di Arrakis di Dune o del terrificante Graboid del film Tremors?”. Le dimensioni sono notevoli. La testa del verme che vedete nello scatto completo misura 1,5 anni luce. Tutta la parte che la segue invece è lunga 8 anni luce.

SAHARA | Lo scatto completo realizzato dal gruppo di astrofili guidato da Alessandro Ravagnin
SAHARA | Lo scatto completo realizzato dal gruppo di astrofili guidato da Alessandro Ravagnin

L’ultimo vincitore dell’Astronomy Photographer of the Year

Nel 2023 il premio Astronomy Photographer of the Year è stato vinto da Andromeda, Unexpected. Lo scatto è stato realizzato da Marcel Drechsler, Xavier Strottner and Yann Sainty. Il soggetto questa volta era un arco di plasma fermato in uno scatto accanto la galassia di Andromeda.

ASTRONOMY PHOTOGRAPHER OF THE YEAR | Lo scatto che ha vinto il primo premio nel 2023
ASTRONOMY PHOTOGRAPHER OF THE YEAR | Lo scatto che ha vinto il primo premio nel 2023
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