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Intelligenza artificiale (IA)

Un gruppo di hacker interrompe la televisione con un finto TG: il giornalista è un deepfake

Gli hacker iraniani hanno lanciato negli Emirati Arabi, nel Regno Unito e in Canada video deepfake per alimentare la disinformazione sulla guerra tra Israele e Hamas.
A cura di Elisabetta Rosso
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Nessuna guerra si combatte solo con le munizioni. Da sempre a fare la differenza ci sono le informazioni, soprattutto quelle false. E se durante la prima guerra mondiale si lanciavano oltre confine volantini con notizie alterate per depistare i nemici, oggi si interrompono servizi streaming Tv per lanciare video deepfake. È successo negli Emirati Arabi Uniti. Gli hacker delle guardie rivoluzionarie islamiche, un ramo delle forze armate iraniane, hanno trasmesso un filmato generato con l‘intelligenza artificiale (IA). Nel video un finto giornalista annuncia un servizio dove mostra immagini non verificate di uomini e donne palestinesi uccisi a Gaza alle forze militari israeliane.

Sono deepfake, la tecnologia esiste da anni, ma con l'integrazione dell'IA è più performate e semplice da utilizzare. "Gli hacker stanno cercando di influenzare l'opinione pubblica sulla guerra tra Israele e Hamas usando l'intelligenza artificiale", hanno spiegato gli analisti di Microsoft che hanno rilevato l'attacco. "L'interruzione delle piattaforme di streaming è un esempio importante, ha colpito gli Emirati Arabi Uniti, il Regno Unito e il Canada". Il gruppo hacker, chiamato Cotton Sandstorm, ha anche pubblicato il video su Telegram.

I deepfake sono un'arma. Gli hacker dall'inizio del conflitto, il 7 ottobre 2023, hanno pubblicato immagini, filmati, grafici falsi. Anche durante la guerra tra Russia e Ucraina sono stati condivisi video manipolati. Per esempio, il 18 febbraio 2022 era stato pubblicato sui social un filmato deepfake di Volodymyr Zelenskyj che annunciava la fine della guerra. Un altro mostrava il presidente ucraino che ordinava ai soldati di arrendersi.

La disinformazione generata dall'IA

Da novembre 2022 i software sono diventati sempre più performanti. All'inizio era semplice trovare i particolari che tradivano la natura artificiale dell'immagine, audio, o video. Se prima infatti erano i dettagli strani a salvare l’occhio dall’inganno, ora stanno scomparendo. E sarà sempre più semplice scambiare il falso per vero.  L’intelligenza artificiale generativa offre gli strumenti per alimentare un nuovo tipo di disinformazione, quella preventiva, che crea le prove per fatti che non sono mai accaduti.

In un'intervista al Daily Beast, l'esperta di disinformazione e ricercatrice di Harvard Joan Donavan ha spiegato che "purtroppo questi strumenti per creare immagini e video realistici sono molto utili per ingannare il pubblico". Ha poi aggiunto: "Eventi falsi vengono trasformati in realtà attraverso la creazione di media che coprono eventi che non sono mai accaduti".

L'impatto dei deepfake sullo scenario politico

Si era parlato molto dell'impatto che l'intelligenza artificiale avrebbe avuto sullo scenario politico. A marzo erano state pubblicate le foto fake che mostravano Trump in manette e dentro una cella, a fine gennaio invece è stata clonata la voce di Joe Biden. Il segretario di Stato David Scanlan ha sottolineato che gli ultimi sviluppi dell'intelligenza artificiale “rafforzano la preoccupazione nazionale sull’effetto dell’IA sulle campagne”.

Gli analisti di Microsof hanno aggiunto: "Aspettiamo con ansia e preoccupazione le elezioni presidenziali americane del 2024". Proprio gli hacker iraniani avevano già preso di mira le elezioni americane del 2020 con una campagna informatica che prevedeva l’invio di mail intimidatorie agli elettori. Avevano anche creato un sito web contro il direttore dell’FBI, Christopher Wray, e diffuso fake news sulle infrastrutture elettorali "incitando alla violenza contro i funzionari del governo statunitense”.

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