Un gorilla dello zoo di Chicago soffre di dipendenza da smartphone
Amare è un giovane gorilla di 188 chili che vive all'interno del Lincoln Park Zoo di Chicago. Come molti adolescenti umani, è caduto vittima della dipendenza da smartphone. Un giorno non si è reso conto di un attacco da parte di un altro gorilla – una pratica comune tra i giovani maschi per decretare il capo del gruppo – perché distratto dallo schermo luminoso di un visitatore che stava mostrando all'animale foto e video oltre il vetro contenitivo. Non si tratta di un caso singolo: episodi del genere sono ormai sempre più frequenti e rischiano di diventare pericolosi per il corretto sviluppo di Amare.
“Probabilmente si tratta un fenomeno ciclico: più [Amare] mostra interesse [verso gli smartphone] più le persone si impegnano [ad utilizzarli]" ha affermato Stephen Ross, direttore del Lester E. Fisher Center for the Study and Conservation of Apes del Lincoln Park Zoo. "[Amare] trascorre sempre più tempo cercando di interagire con gli schermi e abbiamo iniziato a vedere cambiamenti comportamentali". Di norma, i visitatori mostrano attraverso il vetro contenitivo foto o video di Amare, ma anche selfie e scene familiari. A causa di queste distrazioni esterne, il giovane gorilla rischia di essere vittima di bullismo e isolamento sociale da parte degli altri due compagni maschi con i quali condivide lo spazio all'interno dello zoo. Al momento i funzionari hanno creato una zona cuscinetto separata da una fune per evitare che Amare si avvicini troppo al vetro e possa venire nuovamente rapito dalle immagini su smartphone.
La situazione, per quanto all'apparenza surreale, è paragonabile a quella vissuta da molti genitori con i propri figli adolescenti. Lo sottolinea lo stesso Ross. "Come genitori, pensiamo di voler dare ai nostri figli delle scelte, vogliamo che diventino adulti, ma ogni tanto dobbiamo in qualche modo guidare quelle scelte per il loro bene. Invece di permettere loro di sedersi dentro casa e guardare uno schermo tutto il giorno, è meglio incoraggiarli ad uscire e interagire con i loro amici. È un qualcosa a cui pensano tutti i genitori responsabili e, per molti versi, è simile a quello che stiamo facendo qui [allo zoo]", ha detto ai giornalisti del Chicago Sun Times.