Tutti i segreti di Dungeons & Dragons, il gioco di ruolo che ora incanta anche i Millennial
Oggi Dungeons & Dragons, in gergo D&D, è un vero e proprio fenomeno di massa, con 50 milioni di giocatori in tutto il mondo secondo gli ultimi report del 2023. Nel tempo, il gioco creato da Gary Gygax e Dave Arneson è riuscito a conquistare giovani e adulti, diventando un pilastro consistente della cultura nerd. Negli ultimi giorni è arrivato anche al cinema con Dungeons & Dragons – L'onore dei ladri. Prima però di addentrarsi in una storia lunga quasi cinquant’anni, fatta di successi, ambizioni, ma anche fallimenti, è bene spiegare brevemente cos’è D&D.
Come funziona Dungeons & Dragons
Dungeons & Dragons è un gioco di ruolo di stampo fantasy a più giocatori, di solito quattro o cinque, ma non c’è un effettivo limite. Uno di loro è il Dungeon Master, o DM, colui o colei a cui spetta narrare e gestire la campagna in cui operano gli altri giocatori restanti, ognuno dei quali interpreta un personaggio, personalizzabile in diverse caratteristiche, come razza (umana, orchesca, elfica ecc), classe (guerriero, bardo, ladro ecc), allineamento (legale, neutrale o buono), religione e così via. Tutto questo viene riportato sulla scheda del personaggio, assieme ai parametri e all’equipaggiamento a disposizione. A far da supporto, un set composto da sette dadi, tra cui uno a 20 facce, il d20. L’esito del lancio del dado è fondamentale per rendere fattibile un’azione narrata da chi gioca.
Interpretazione e fortuna generano un risultato che richiama a tutti gli effetti il teatro dell’improvvisazione. "D&D non è un gioco, è un'esperienza sociale", ha affermato Nathan, un appassionato di 29 anni intervistato dalla BBC nel 2021. "È come se fossi seduto con poche persone e scrivessi collettivamente un romanzo, tutto in una volta, in tempo reale". Il fulcro è la fantasia del party, nonostante il supporto di mappe, pedine o strumenti disponibili in rete come Roll20.
Dungeons & Dragons: come tutto è iniziato
Dungeons & Dragons nasce negli anni’70, in un panorama ludico che vede la predominanza dei wargames, giochi di guerra improntati sulla strategia. Gygax ne è un grande fan nonché autore. Tuttavia, nell’ideare quello che poi sarà Dungeons & Dragons, l’americano pensa a un’ambientazione fantasy, al cui centro non ci sono le pedine e i tasselli della mappa, ma la fantasia di chi gioca. Il DM avrebbe accompagnato altri giocatori che avrebbero vestito i panni di combattenti, maghi e chierici (le prime tre classi disponibili) in una campagna basata sulla narrazione.
Atmosfere, mostri e creature presenti nel gioco di ruolo di Gygax prendono ispirazione dal Signore degli Anelli di J.R.R. Tolkien e da Conan il Barbaro di Robert E. Howard, per un fantasy a tratti aulico e tratti dark davvero particolare. A supportare Gygax in questo esperimento, c’è Dave Arneson, altro autore noto del panorama dei wargames. Per il collega realizza Blackmoor, reputata la prima ambientazione ufficiale di D&D.
La prima versione del gioco vede la luce nel 1974, dopo che Gygax e Arneson si sono uniti per fondare l’azienda nota come TSR, Tactical Studies Rules. Si tratta di una scatola marrone contenente un manuale per il DM, una guida coi primi livelli per i personaggi e dei dadi da colorare. L'edizione più iconica resta però la scatola rossa, seguita poi da altri quattro set, tutti molti ricercati da appassionati: in Italia ad esempio non è mai arrivata la cosiddetta “scatola dorata” del quinto set, un oggetto oggi molto bramato dai collezionisti.
Negli anni a seguire Dungeons & Dragons ha accolto nuove edizioni, con regole e aggiunte inedite, diventando un fenomeno tra le nicchie di nerd, galvanizzate da poter interpretare in prima persona personaggi partoriti dalla propria immaginazione. La diffusione crescente del gioco, rafforzata dal massiccio merchandising (set di dadi, giocattoli), cattura l’attenzione dell’opinione pubblica, ma non in positivo: come qualsiasi cosa nuova legata ai giovani viene vista con timore. Negli Stati Uniti degli anni ‘80 – ma non solo – si diffonde un’isteria collettiva contro D&D, visto come un portale d’accesso per l’occultismo e il satanismo. Una visione perfettamente dipinta nell’ultima stagione di Stranger Things, che vede al centro la demonizzazione di Eddie Munson e del suo Hellfire Club da parte della comunità di Hawkins.
Nonostante l’opposizione della collettività, ciò che ha messo nei guai Gary Gygax e Dave Arneson sono stati i rischi di bancarotta. Dapprima per cause legali – come quelle sui diritti d’autore (ricordate le ispirazioni citate sopra?) – a cui poi si è aggiunta una cattiva gestione che ha portato la TSR ad essere acquisita da Wizards of the Coast nel 1997, a sua volta poi acquisita dal marchio Hasbro. Gygax muore nel 2008, Arneson l'anno seguente.
Ciononostante, Dungeons & Dragons continua ad esistere e ad essere apprezzato, proponendo negli anni numerose edizioni, contenenti non solo modifiche nel regolamento, ma anche aggiunte che estendono le possibilità interpretative e di gioco, per un’immersione totale in un mondo fantasy veramente ricco e variegato. Per il 2024 si attende la nuova edizione, chiamata One D&D.
Dungeons & Dragons oggi
Prima la serie di Netflix non è stata citata a caso, dato che ha contribuito in maniera massiccia al recente revival di Dungeons & Dragons. La lotta di Mike e company contro Demagorgoni, Mind Flayer e Vecna non è altro che un costante richiamo all’immaginario di D&D, così come le numerose scene dal gusto nostalgico ambientate nel seminterrato durante una sessione di gioco. Un meraviglioso spaccato della cultura nerd anni ‘80, al tempo denigrata, oggi invece incredibilmente apprezzata.
Dungeons & Dragons ha smesso quindi di essere una “roba da sfigati”: ora è una passione che permette a milioni persone di qualsiasi età di giocare con la fantasia in compagnia di amici e famigliari. Questo spiega l’impennata che D&D ha avuto durante la pandemia: ritrovarsi su Discord per giocare una sessione è stata la medicina di tante e tanti contro l’isolamento. Ne ha parlato TheWeek, la già citata BBC e CNBC. Non a caso il brand ha visto un aumento degli introiti pari al 33% nel 2020.
Al di là della gente comune, Dungeons & Dragons è molto apprezzato anche dalle star di cinema e serie tv: da Vin Diesel a Deborah Ann Woll, passando per Joe Manganiello e Henry Cavill. Tutto questo ha contribuito allo sdoganamento di D&D nella cultura di massa. Lo dimostra il blockbuster hollywoodiano appena approdato al cinema, Dungeons & Dragons – L'onore dei ladri, la serie animata di Prime Video, The Legend of Vox Machina, e i numerosi esperimenti podcast e video a tema, diffusi anche in Italia.
Non si tratta però di un exploit recente. Anche se non ben visto a lungo dalla collettività, Dungeons & Dragons ha influito in maniera enorme sulla cultura pop. Solo in ambito videoludico, ha segnato la nascita di un genere, l’RPG (Role-Playing Game), e di capisaldi come Ultima, Baldur's Gate, The Elder Scrolls e Disco Elysium, per citare giusto qualche nome. Per non parlare poi dell’influenza che ha avuto sui giochi di ruolo, pen and paper e simili. Negli anni, sono nati tanti cloni o reinterpretazioni di quanto ideato da Gygax e Arneson, ma l’originale resta imbattibile, per una continua riscoperta da parte delle nuove generazioni, e non solo.